Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo attraverso il quale si era resa impo~sibile l'esistenza di ogni associazione di fatto, era riassunto con le seguenti parole nel Lavoro d'Italia del 1 ° luglio 1930: Permettere oggi organizzazioni sindacali di fatto significherebbe interrompere il ritmo del nuovo ordine sociale. Tali organizzazioni, siano esse cattoliche o di tendenza socialista, prima o poi verrebbero in contrasto con il sindacalismo fascista. Questa sarebbe una forma di suiddio. 6 Quindi, nonostante tutti i suoi privilegi legali, il sindacalismo fasci– sta commetterebbe un suicidio se consentisse l'esistenza delle organizzazioni sindacali di fatto anche se prive di ogni privilegio legale. Nel 1931, i dirigenti dell'Azione cattolica, approfittando del riconosci– mento concesso nel 1929 a tutte le organizzazioni che svolgessero la loro attività sotto l'immediata dipendenza della gerarchia della Chiesa e per la diffusione e l'attuazione dei principii cattolici (art. 43 del Concordato), - cercarono di costituire, ai margini dei sindacati fascisti, delle organizza– zioni di lavoratori cattolici allo scopo di curare lo "sviluppo spirituale" dei loro membri. In un discorso tenuto il 20 aprile 1931, il segretario generale del partito, Giuriati, affermò che le organizzazioni fasciste avevano il di– ritto esclusivo di seguire gli interessi tanto spirituali quanto economici degli operai. Le associazioni cattoliche di lavoratori furono perciò proi– bite, e difatti in Italia oggi non ne esistono. Dopo che è stata proibita la presenza di tutte le organizzazioni sin– dacali non controllate dai fascisti, è almeno possibile ad un operaio rima– nersene tranquillo nel suo cantuccio, pagando il contributo annuo al sin– dacato legale del suo mestiere, ma astenendosi dall'iscriversi direttamente come membro? Secondo la legge 3 aprile 1926, la iscrizione alle orga– nizzazioni legali è libera. Ma non ci dobbiamo dimenticare che nell'Italia fascista, piu che in ogni altro paese, in margine alla legge scritta e molto spesso al di sopra di essa esiste una legge non scritta, che integra la prima e non di rado la modifica, e senza la cui conoscenza non è possibile farsi un'idea precisa della realtà. Dopo che la legge 3 aprile 1926 aveva assicurato alle organizzazioni fasciste il monopolio del riconoscimento le– gale, i fascisti cominciarono a insistere perché si desse lavoro soltanto ai lavoratori che appartenevano ai loro sindacati. Ecco tre documenti scelti . tra tanti: 1. Il 16 aprile 1926, i giornali di Vicenza pubblicavano la seguente notizia: Tutti i facchini, vetturini e carbonieri della stazione ferroviaria sono invitati ad una riunione, che si terrà domenica prossima, per costituire l'unione fascista e nominare i suoi dirigenti. Siccome vogliamo che tutto il personale della stazione faccia parte della unione sindacale fascista, avvertiamo che chiunque non intervenga alla riunione verrà sostituito nel lavoro da altri lavoratori membri dell'unione sindacale fascista. 7 6 Cit. trad. 7 "Il Veneto," 16 aprile 1926. [N.d.C.] 34 Bibloteca Gino Bianco

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