Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Le organi·zzazioni "di fatto" re "il principio della libertà di associazione" (preambolo alla parte XIII del Trattato di Versailles). L'articolo 12 doveva dimostrare che in Italia la libertà di associazione non era stata mai soppressa; se poi non c'erano organizzazioni sindacali di fatto, ciò voleva dire che gli operai italiani preferivano aderire ai sindacati fascisti. A confermare questa teoria stava il fatto che la Confederazione gene– rale del lavoro, che era diretta dai socialisti, non era stata mai sciolta. Ma una "Confederazione generale" di cui si permetteva l'esistenza, mentre tutte le organizzazioni che ad essa facevano capo erano state proibite, non era altro ovviamente che una vuota finzione. Il 4 gennaio 1927, coloro che formavano il comitato esecutivo di que– sta Confederazione generale del lavoro fantasma, dichiararono l'organizza– zione sciolta, dopo aver rilevato in un manifesto che "un'ininterrotta serie di azioni illegali di vandalismo; lo scioglimento delle organizzazioni sin– dacali per ragioni politiche e non legali; la promulgazione di nuove leggi sulla pubblica sicurezza e per la difesa dello Stato; la continua pressione esercitata dai sindacati fascisti per costringere i lavoratori ad iscriversi alle organizzazioni ufficiali; la decisione di aperto ostracismo politico ed eco– nomico nei confronti di quei lavoratori rimasti fedeli alle organizzazioni libere: tutto ciò rappresentava uno stato di fatto tale e lasciava tanto poco a sperare nel futuro, da rendere manifesto che in Italia non c'era piu posto per un sindacalismo non ufficialmente riconosciuto. " 4 Sette dei firmatari di questa dichiarazione annunciarono che si sentivano in dovere di accet– tare quegli aspetti della politica sindacale del fascismo che si identifica– vano con la loro politica sindacale; ma anch'essi dovevano riconoscere che "i cambiamenti in seguito verificatisi nelle condizioni generali del paese non consentono piu di valersi di quella disposizione" (l'art. 12 della legge 3 aprile 1926, che lasciava ai non fascisti la facolta di costituire l'orga– nizzazione sindacale di fatto ). 5 Il punto cruciale di questo sistema di pressione legale ed economica, 4 La stampa italiana riprodusse soltanto le ultime righe di questo manifesto annunciando che !,opera della Confederazione era giunta al suo termine e che le sue attività erano state sospese. Il testo completo fu pubblicato in " Industriai and Labour Information,,, 21 febbraio 1927, pp. 294-295, sotto il titolo piuttosto umoristico: "Voluntary dissolution of the Confedera– tion of Labour. " s "Corriere della Sera," 3 febbraio 1927. Nel 1929 Villari fornf la seguente versione dei fatti: "La C.G.L. perdette ben presto importanza, ma continuò a vivacchiare come ente di fatto fino a che, ai primi del 1927, !,esecutivo non decise di chiuder bottega. L'esecutivo si rese conto che attualmente i sindacati fascisti offrono le migliori prospettive alle classi lavoratri– ci [ ... ] In conclusione fu deciso lo scioglimento della stessa C.G.L." (L. VILLARI, Italy, London, Ernest Benn, 1929, pp. 278-79). Due anni dopo, nell'estate del 1931, in una conferenza all'Insti– tute of Politics del Williams College, Villari affermò: "Nel 1927 i capi della socialista C.G.L. giunsero alla conclusione che sotto il sistema sindacale fascista i loro stessi postulati sarebbero stati accettati e messi in pratica, e di conseguenza si sciolsero" (VILLARI, The Economics of Fascism, cit., p. 85). GoAD, The Making of the Corporate State, cit., pp. 78-79, supera Villari fornendo la seguente versione: "I sindacati non militanti non subirono distruzioni, ma gradual– mente furono abbandonati dai loro soci, i quali o aderirono ai sindacati fascisti che trattavano con i loro datori di lavoro, o rimasero del tutto fuori da ogni organizzazione sindacale [ ... ] Piu tardi, quando questi sindacati riconosciuti riuscirono ad ottenere i salari migliori possi– bili [sic] che l'industria potesse pagare, grazie all,influenza del governo di cui godevano tutti i lavoratori della categoria, non c'era piu motivo per l'esistenza di ogni altra organizzazione sindacale [ ... ] Finalmente, nel gennaio 1927, il comitato centrale dei vecchi e ormai dissanguati sindacati si trasferi all'estero." 33 Bibloteca Gino Bianco

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