Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Le organizzazioni fasciste I giornali del 17 luglio 1926, pubblicavano il seguente comunicato della Confederazione deli'industria: È apparsa recentemente sulla stampa la notizia di una associazione di piccole indu– strie. La Confederazione dell'industria avverte che ciò contravviene alla politica seguita dal governo. Il Partito nazionale fascista ha chiaramente stabilito che il diritto di rap– presentare gli industriali italiani appartiene solamente a questa Confederazione e che perciò il governo non può riconoscere nessun'altra organizzazione. La confederazione dell'industria ricorda quindi ai piccoli industriali che essi debbono entrare a far parte della loro sezione della confederazione. 2 Il significato di questo documento può essere n1eglio apprezzato ri– cordando che la confederazione e controllata dagli uon'lini delle industrie piu fortemente protette, ad esempio i magnati della siderurgia. Se ai pesci piu piccoli fosse permesso di formare un'associazione indipendente, essi potrebbero chiedere la libera importazione di talune materie prime quali il ferro grezzo e l'acciaio. Secondo le norn1e emanate il 1 ° luglio 1926, tutte le organizzazioni sindacali dei prestatori d'opera formavano una super-confederazione na– zionale di cui Rossoni assumeva la presidenza. Ma il 20 novembre 1928, con un semplice colpo di penna, Mussolini aboliva questa super-confede– razione, e Rossoni, rimasto senza una organizzazione a cui presiedere dopo avere per tre anni controllato il destino dei sindacati operai in Italia, si ritirava inìprovvisamente a vita del tutto inoperosa. Secondo la versione ufficiale, questa misura era imposta dalla necessità di porre termine a una eccessiva centralizzazione che impediva il funzionamento dei singoli sin– dacati.3 Secondo quanto riferirono persone in grado di sapere le cose dal– l'interno, Rossoni era visto di cattivo occhio dai datori di lavoro perché non si era di1nenticato del tutto dei suoi slogan rivoluzionari, e se ne ser– viva troppo spesso in occasione di discorsi in pubblico, specialmente in quel– li da lui tenuti quando era costretto ad accordare ai datori di lavoro unJ. riduzione di salario. I datori di lavoro gli erano grati della riduzione, ma inquieti per i suoi fuochi d'artificio sindacalisti. Approfittando del fatto che le organizzazioni sindacali dei prestatori d'opera erano in uno stato di incredibile caos, e in seguito alla pressione a cui lo sottoponevano i da– tori di lavoro, Mussolini improvvisamente licenziò Rossoni. 4 Ma indipen– dentemente da quanto in effetti avvenne dietro le quinte, fu caratteristico del sistema il modo dell'allontanamento: le masse degli organizzati e i fun– zionari dei sindacati vennero a conoscenza dell'avvenuto colpo dai giornali. Il governo redige gli statuti che regolano le attività delle organizza– zioni nazionali, provinciali e locali. Esamina i loro bilanci, ne controlla la contabilità, e può modificare o annullare qualsiasi loro decisione. 2 Cit. trad. 3 H. R. SPENCER, Government and Politics of Italy, Yonkers, N. Y., World Book Company, 1932, pp. 259-60. , 4 Un,eco di ciò si avverte anche in RosENSTOCK-FRANCK, op. cit., pp. 87-88; e FINER, op. cu., pp. 508-509. 25 Bibloteca Gino Bianco

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