Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il patto di Palazzo Vidoni in compenso l'abolizione delle commissioni interne e del diritto di sciopero. 16 Adesso non rimaneva altro che dare forma legale ai nuovi principii. Fu questo il fine della legge 3 aprile 1926, e delle norme contenute nel decreto 1° luglio 1926. 16 L'abolizione delle commissioni interne fu legalmente sancita dal decreto legge 15 no• vembre 1925, il quale stabiliva che: "Nonostante qualunque patto in contrario, possono essere disdette, con effetto immediato, le clausole dei contratti di lavoro relative alla rappresentanza operaia stipulate anteriormente al 1 ° ottobre 1925." Sia RosENSTOCK-FRANCK, L' économie corporative cit., pp. 36 sgg., che FINER, Mussolini's ltaly, cit., p. 497, hanno ben chiarito questo punto. H. W. SCiiNEIDER, Making the Fascist State, New York, Oxford University Press, 1928, p. 117, dice che le commissioni interne "avrebbero dovuto difendere gli interessi operai"; ma "di fatto erano diventate docili strumenti nelle mani dei datori di lavoro." Evidentemente ha avuto questa informazione da un fascista che lo ha ingannato. H. E. GoAD e M. CURREY, The Working of a Corporate State, London, Ivor Nicholson & Watson, 1933, p. 34, offrono ai lettori questo prelibato racconto storico alla maniera di Emil Ludwig: "Un gran numero di sindacati operai indussero i datori di lavoro a stipulare contratti collettivi facendo cessare scioperi e serrate, e sottomisero questi contratti al governo chiedendo che fossero riconosciuti, e domandarono che si creasse una magistratura per la soluzione delle future vertenze. L'accordo originale tra operai e datori di lavoro, dell'ottobre 1925, è conosciuto come Patto di Palazzo Vidoni." 23 Bibloteca Gino Bianco

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