Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il patto di Palazzo Vidoni una sola confederazione nazionale tutte le organizzazioni di datori di la– voro, prestatori d'opera, e categorie professionali, che fossero in buoni rap– porti con il Partito fascista o ne avessero accettato il controllo. Natural– mente il presidente di una tale confederazione dove erano accolti tutti, avrebbe dovuto essere Rossoni. A malincuore, nel febbraio 1924 i proprietari terrieri accettarono le proposte di Rossoni. Gli industriali rifiutarono. Questi signori sovvenzio– navano il movimento fascista affinché le corporazioni fasciste fossero in grado di disciplinare gli operai, e non perché nel trattare coi propri dipen– denti fossero loro legate le mani. Mussolini si schierò dalla parte degli industriali. 5 Di conseguenza le organizzazioni operaie e quelle dei datori di lavoro rimasero distinte le une dalle altre. Fallito questo tentativo, nell'autunno 1924 Rossoni propose che il ri– conoscimento legale fosse riservato ad un solo sindacato per ogni mestiere o professione, tale riconoscimento doveva essere accordato solo ai sindacati fascisti, ai quali dovevano appartenere tutti i lavoratori dei rispettivi rami di attività. La commissione nominata dal governo per esaminare il pro– getto di riforma, respinse le proposte di Rossoni. 6 Mentre si svolgevano queste discussioni, i sindacati fascisti difende– vano l'interesse dei loro organizzati secondo metodi intorno ai quali pos– sono far luce gli esempi seguenti: 1. Nel giugno 1925, da un processo che si tenne a Napoli, si venne a sapere che nel marzo 1923 un fascista, il dr. Preziosi, era stato chiamato a rappresentare gli operai in una vertenza salariale con le Manifatture cotoniere meridionali. L'accordo da lui imposto agli operai era apparso tanto ingiusto che gli altri capi fascisti si rifiutarono di sanzionarlo. Nell'aprile 1923 il dr. Preziosi fu nominato direttore del quotidiano Il Mezzogiorno, il cui proprietario era il dirigente di quella stessa impresa che Preziosi aveva favorito con la sua decisione contro gli operai. Naturalmente la direzione di questo giornale comportava uno stipendio di tutto rispetto. 7 2. Nell'Avanti!, 15-16 agosto 1925, si legge: "Busto Arsizio, 14 agosto. Questo pomeriggio ha avuto luogo una riunione tra i rappresentanti dell'industria del cotone e il sindacato operaio fascista per esaminare le richieste degli operai per un aumento dell'indennità carovita. Si è discusso a lungo e alla fine è stata decisa la revisione della tariffa-paga. L'incarico di determinare la misura dell'aumento per ciascun ramo dell'in– dustria è stato affidato a due rappresentanti degli industriali. 118 3. La mattina del 20 novembre 1925 gli impiegati della filiale di Trieste della Banca commerciale triestina ricevettero una circolare della direzione, con la quale si informava che il contratto in vigore avrebbe avuto termine il 1° dicembre e sarebbe stato sostituito da altro già redatto dalla direzione. Nel pomeriggio di quello stesso giorno (si noti lo stretto rapporto tra i due fatti) il prefetto di Trieste annunciava che la sezione di Trieste della Federazione nazionale impiegati di banca era stata posta sotto l'autorità del segretario dei sindacati fascisti di quella provincia. Il 28 novembre la direzione della banca convocò gli impiegati e annunciò i termini del nuovo contratto, che aumentava l'indennità carovita, ma al tempo stesso allungava la giornata lavorativa, s "Industriai and Labour Information," 15 giugno 1923, p. 535; 11 febbraio 1924, p. 27; 17 marzo 1924, p. 372. RosENSTOCK-FRANCK, L'économie corporative cit., pp. 33-37. 6 RoSENSTOCK-FRANCK, op. cit.' pp. 40 sgg. 7 "La Stampa," 23 giugno 1925. 8 Cit. trad. 19 Bibloteca Gino· Bianco

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