Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Con la Legge 26 novembre 1925, tutte le associazioni erano obbli– gate "a comunicare alla autorità di pubblica sicurezza l'atto costitutivo, lo statuto e i regolamenti interni, l'elenco nominativo delle cariche sociali e dei soci, e ogni altra notizia intorno alla loro organizzazione ed attività, tutte le volte che ne vengano richiesti dalle autorità predette." La decima– zione delle associazioni che non erano in odor di santità presso il par– tito al governo divenne sistematica dopo l'entrata in vigore di questa legge. Nell'ottobre 1926 in trentatre delle novantatre province italiane non rimaneva piu niente delle organizzazioni antifasciste. Il 6 novembre 1926 veniva emanata una nuova legge di pubblica sicurezza, nella quale si di– ceva che "sotto il n.9me d'associazione s'intendono i partiti, i gruppi e le organizzazioni politiéhe in genere, anche temporanee" (art. 218). Il pre– fetto "ha facoltà di decretare lo scioglimento delle associazioni (...) che svolgano comunque attività contraria all'ordine nazionale dello Stato" (art. , 215), cioè al fascismo. In virttI di questa legge, 1'11 novembre 1926, un comunicato napoleonico alla stampa annunciava: Sono stati sciolti tutti i partiti politici, tutte le organizzazioni politiche antifasciste e altre di carattere sospetto. In quelle economiche, le cui amministrazioni davano a dubi– tare, sono stati sostituiti i dirigenti con commissari governativi. 3 Una legge emanata il 25 novembre 1926 stabiliva che: Chiunque ricostituisce, anche sotto forma o nome diverso, associazioni, organizza– zioni o partiti disciolti per ordine della pubblica autorità, è punito con la reclusione da tre a dieci anni, oltre l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Chi fa parte di tali associazioni, organizzazioni o partiti, è punito, pel solo fatto della partecipazione, con la reclusione da due a cinque anni (...). Alla stessa pena soggiace chi fa, in qualsiasi modo, propaganda della dottrina, dei programmi e dei metodi d'azione di tali associa– zioni, organizzazioni o partiti. Scomparvero cosf in Italia le ultime tracce delle associazioni non fa– sciste. Le uniche associazioni di cui si permise l'esistenza furono quelle che accettarono di sottomettersi al controllo del Partito fascista, i cui capi ne sceglievano presidenti, consiglieri e segretari. 4 Frattanto, negli anni 1923 e 1924, Rossoni cercava di raccogliere in 3 "II Corriere della Sera," 12 novembre 1926. [N.d.C.] 4 F. PITIGLIANI, The Italian Corporative State, London, P. S. King & Son, 1933, p. 16, non si cura di informare i suoi lettori della presenza di illegali violenze e delle leggi che ren .. devano impossibile l'esistenza in Italia di qualsiasi organizzazione che rifiutasse di accettare il controllo del Partito fascista. Egli si limita a scrivere: "Nel regime di esclusività politica che il fascismo aveva creato intransigentemente arrivando al potere, le organizzazioni sindacali fasciste poterono rafforzare la loro struttura. Le tendenze politiche dei partiti di opposizione non costi– tuivano piu un impedimento al loro progresso tecnico." Alla conferenza internazionale che si tenne a Londra nel 1933 sotto gli auspici dell'International Institute of Intellectual Co-operation, Rosboch fu assai piu sfacciato di Pitigliani, affermando: "Non abbiamo abolito i sindacati non fascisti." E. RosBOCH, Liberalism versus Authoritarianism, in The State and Economie Life at the Sixth International Studies Conference (London, 1933), Paris, League of Nations Intemational Institute of Intellectual Co-operation, 1933, p. 283. 18 Bibloteca Gino Bianco

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