Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "Non Mollare" sini. E non si presentò neppure la nipote di Console, che avrebbe potuto suf– fragare la testimonianza accusatrice della zia. Da quanto ci racconta la moglie di Pilati, possiamo comprendere la ragione di quelle assenze. Natu– ralmente anche gli accusati per l'assassinio di Console furono assolti. Con le assoluzioni di Chieti possiamo dire che la storia del Non Mol– lare è finita. Ma non usciremo, credo, dal tema, se aggiungeremo ancora qualche informazione sul nominato Pinzi. Possiamo ricavarle dalla lettera seguente pubblicata da Ernesto Rossi su l'Avanti'! del 17 maggio 1946: Leggo sul Giorna/,e d'Italia del 15 maggio che "Renzo Pinzi che ha fatto parte dello stabilimento della 'Poligrafica' (già Vallecchi), per meriti speciali, con motu pro– prio sovrano, è stato insignito della croce di cavaliere della Corona d'Italia." Contemporaneamente leggo sul tuo giornale di oggi che "l'ex Luogotenente e prossimo ex Re" ha creato in questi giorni sessantacinquemila nuovi cavalieri. Mette forse il conto di ricordare chi è il Pinzi, perché dal suo caso ci si possa fare una idea di quali meriti speciali sono tenuti presenti per questa pioggia elettorale di onorificenze. Il Pinzi è il tipografo che il 9 giugno 1925, all'apertura del processo contro un gruppo di antifascisti accusati di aver distribuito il giornaletto clandestino Non Mollare, si presentò al Tribunale di Firenze dichiarando che aveva stampato un numero di tale giornale solo "con lo scopo di scoprire e di assicurare alla giustizia i responsabili della pubblicazione" e denunciò me e Salvemini come autori della stessa. La Nazione e il Nuovo Giornale del 2, 7 e 8 giugno 1925 danno un completo resoconto del processo, di cui ho scritto piu diffusamente su Il Ponte del 6 agosto 1945, ricordando i tempi del Non Mollare. Il processo terminò con la condanna del socialista Viggiani, segretario dell'on. Pilati, a un anno e 7 mesi di prigione, e del Pinzi ... a una multa di un migliaio di lire. Salvemini fu poi arrestato e riuscf, dopo un mese di carcere, ad ottenere la libe– razione provvisoria, di cui approfittò per espatriare in Francia, dove già io mi ero riparato per sfuggire al mandato di cattura. Il 3 ottobre 1925 il deputato socialista Pilati, che mi aveva presentato il Pinzi come tipografo sicuro, capo di una cellula comunista, e l'avv. Console, che quattro mesi prima era stato implicato nel processo del Non Mollare, furono barbaramente trucidati dai fascisti che volevano farla finita con quel giornaletto. Solamente pochi giorni fa, il 9 maggio sono stato interrogato dal procuratore del Regno per una querela che il Pinzi ha sporto contro di me e contro il prof. Cala– mandrei per diffamazione a mezzo della stampa, per l'articolo pubblicato sul Ponte. Facilmente il neo-cavaliere della Corona d'Italia ha pensato che il vento fosse divenuto piu favorevole di quello che effettivamente è ad individui che hanno il suo passato. L'avvocato del Pinzi, Anselmo Crisafulli, insisté molto per ottenere una ritrattazione o almeno una attenuazione di quel che Rossi aveva raccontato. Non ottenne nulla. In conseguenza, il cav. Pinzi ritirò la querela. La rete del Non Mollare, non venne mai completamente distrutta. La moglie di Becciolini, finché non emigrò in Francia, ricevé sempre ogni mese puntualmente lo stipendio di cui aveva goduto il marito, impiegato alle fer-– rovie. La moglie e il figlio di Pilati furono aiutati finché rimasero a Firen- 493 Bibloteca Gino Bianco

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