Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari trovare naturalmente nessuna loggia. Per questa scempiaggine, prefetto e questore erano stati sbancati. Ma fuori d'Italia la "propaganda" raccontò che erano stati puniti per i fatti dell'ottobre. Il 19 e il 25 ottobre, Balbo ordinò l'espulsione dal Partito fascista di 53 persone. Ma spiegò che fra quelle "potevano esservi alcuni compromessi nei primi giorni di ottobre, ma poteva darsi che non ci fosse nessuno. La loro espulsione era stata decisa per ragioni di carattere civile, morale e politico." E aggiunse, in un proclama del .12 ottobre, che "ogni azione o rappresaglia non autorizzata contro persone o proprietà o interessi, ogni violenza arbi– traria, ripugna e danneggia i principi autoritari e gerarchici del Fascismo." Anche Mussolini, nella rivista Gerarch,:a dell'ottobre 1925, annunziò che "la violenza è morale, purché usata a tempo debito, chirurgica e cavalle– resca," ma la violenza "privata, individuale e sregolata è antifascista"; "il popolo italiano comprende l'uso della violenza governativa in certe contin– genze, per mezzo delle forze armate regolari, ma non la violenza indivi- - duale e supplementare." I giudici sapevano dunque a quale nuovo codice penale dovevano uni– formarsi, sebbene non fosse stato ancora pubblicato: gli atti di violenza autorz·zzati erano esenti da pena. E quelli dell'ottobre erano stati autoriz– zati dal direttorio del fascio e dal console della milizia, Tamburini. Ecco, ora, come andarono i processi. 21-24 novembre 1925. - Quindici persone, appartenenti ad una squa– dra venuta da Pontassieve, sono condannate. Dei due fratelli Breschi, il cui negozio avevano saccheggiato, uno non si era mai occupato di politica, e l'altro non era piu massone, ed era stato "sincero e fedele" fascista fin dal principio. I fratelli Fini, il cui negozio era stato saccheggiato dalla stessa squadra, dimostrarono di non essere mai stati né antifascisti, né massoni; anzi uno si era iscritto al Partito fascista nel gennaio 1923. Il ragioniere Carrer, che aveva passato i suoi guai come gli altri, era nella stessa situa– zione, diciamo cosf, giuridica (Nazione, 22 novembre 1925): violenze "non . ,, autorizzate. 7 dicembre 1925. - Tredici persone, accusate di avere saccheggiato il 3 ottobre una farmacia a Legnaia, ottengono la libertà provvisoria. Venti– sette fascisti di Prato, accusati di saccheggio con violenza, ottengono la libertà provvisoria (Nazione, 4 e 7 dicembre 1925). 11 dicembre 1925. - Altra condanna per il saccheggio di una pastic– ·ceria, il cui proprietario produsse un documento, nel quale un'autorità fa– scista attestava che non era né massone, né antifascista (Un,:tà Cattolica, 12 dicembre 1925). Fatti questi due sforzi, la giustizia non trovò piu altri da condannare. 3 marzo 1926. - Cinque persone, accusate per l'assassinio di Pilati, sono prosciolte dalla sezione di accusa per mancanza di prove. 8 marzo 1926. - Otto persone, accusate di avere invaso e saccheggiato la villa Baldi, sono condannate a pene ridicole, fra cui la piu grave è a 488 Bibloteca Gino Bianco

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