Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti· vari re fra loro il bandolo della matassa; e cos{ i non massoni trovavano via libera. Il 25 sette1nbre, il settimanale ufficiale Battaglie Fasciste pubblicò un manifesto, firmato dal direttorio del fascio fiorentino, che eccitava i fascisti a "colpire i massoni nelle persone, nelle proprietà, negli interessi." E la sera di quel giorno cominciarono le prime bastonature. La sera del 26 settembre, un altro comunicato dello stesso direttorio . ' annunzio: Mentre assume piena responsabilità per le moderatissime rappresaglie esercitate finora dai fascisti, il direttorio ordina a tutti i fascisti di desistere da ogni violenza, ma di continuare l'opera di identificare i massoni e cos1 raccogliere informazioni piu precise sugli obiettivi piu convenienti per un'azione radicale, decisiva e necessaria. Quel proclama lasciò il tempo che trovava. La manganellatura metodica durò fino a tutto il 28 settembre, e continuò sporadica il 29. Le squadre dei manganellatori erano capitanate dai tre componenti di quel direttorio _ fascista, che la sera del 25 aveva dato l'ordine di cessare il fuoco. Si vede che quell'ordine ufficiale era stato seguito da un contrordine ufficioso di continuare. Il 3 ottobre su Battaglie Fasciste nuovo ukase: La Massoneria deve essere distrutta, e a questo fine tutti i mezzi sono buoni: dal manganello al revolver, dai vetri infranti al fuoco purificatore. La vita deve essere resa impossibile ai massoni... Se sono impiegati privati, chi li impiega li deve licenziare o veder distrutta la sua azienda. Poco dopo il tramonto, quattro fascisti capitanati da un dirigente del fascio, Giovanni Luporini, andarono a casa del framassone Napoleone Ban– dinelli. Due di loro - Luporini e Gambacciani - salirono, per le scale; gli altri due rimasero sulla strada. Che cosa sia successo, non si seppe mai di sicuro. La Nazione del 6 ottobre disse prudentemente: "alcune circostanze sono ancora dubbie; in– formazioni su questo punto non sono forse molto precise." Soli fatti sicuri sono questi: 1) Luporini fu ucciso da una palla di revolver; 2) Giovanni Becciolini, abitante nello stesso casamento, fu trascinato alla federazione provinciale fascista, poi ricondotto, mezzo morto dalle bastonate, innanzi alla casa di Bandinelli, e qui crivellato di palle; 3) la moglie di Becciolini, rifugiatasi qualche anno dopo in Francia, assicurava che lei e suo marito erano usciti di casa per andare al cinema col loro bambino, ma in istrada videro che la stagione si era fatta fredda, e il marito tornò su per prendere il paltoncino per il bambino; non andava armato: quindi non può essere stato lui a uccidere Luporini. Gli elementi piu attendibili per una ricostruzione ipotetica dell'acca– duto sembrano essere stati raccolti dall'avvocato Ugo Castelnuovo Tedesco, in una conferenza tenuta nel 1945. 9 Il Castelnuovo, da me interpellato, 9 In memoria di Gaetano Pilati e Gustavo Console, Firenze, Libreria Editrice Socialista, 1945. 480 Bibloteca Gino Bianco

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