Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "Non Mollare" Carducci, che allora si chiamava Via Sant'Ambrogio, a quell'angolo di Piazza D'Azeglio che era il piu lontano dalla porta di casa mia, gli angeli custodi mi depositarono in mezzo alla strada, e se ne andarono. Mi misi in sospetto. Perché non mi accompagnavano fino alla porta di casa? Che i fascisti, nascosti nel giardino di Piazza d'Azeglio, mi aspettas– sero per tempestarmi di revolverate mentre suonavo il campanello? Questa era forse la ragione per cui ero stato abbandonato à la belle éto·ile lontano dalla porta di casa: gli agenti dell'ordine non dovevano trovarsi con me al momento critico. . Non avevo torto. Seppi in seguito che, durante quella notte, altri fa- scisti, scaglionati sulla strada da Firenze a Settignano, mi aspettavano per farmi la festa, nella eventualità che andassi a chiedere ospitalità al mio vecchio amico Berenson nella villa "I Tatti." Girai intorno al giardino D'Azeglio, prendendo il lato opposto a quello di casa mia, infilai Via Giusti, e andai a suonare a casa Rosselli. Non c'era nessuno, meno una donna di servizio, che mi accolse affettuosamente, e mi dette da dormire. All'alba, lasciai quella casa, troppo sospetta, e andai a nascondermi altrove. Quel giorno stesso la casa Rosselli fu saccheggiata da cima a fondo. Il giardiniere, che era pagato dai fascisti per fare la spia, e quella notte era assente, venuto la mattina dopo e saputo dalla cameriera del mio passaggio, ne informò chi lo pagava, e provocò quella distruzione. Era chiaro che non c'era in Firenze per me aria respirabile. Volli an– dare a salutare Giustino Fortunato, a Napoli, ed altri cari vecchi amici, a Sorrento. A Roma Modigliani mi disse che era possibile comprare per 250 lire (di allora) la requisitoria del procuratore generale Santoro nella inchiesta fatta dalla commissione istruttoria del Senato sulla denuncia di Donati con– tro De Bono. Era avvenuto questo: che mentre Santoro funzionava come pubblico accusatore nella inchiesta De Bono, il fratello del sullodato pubblico accu– satore fu denunciato, il 17 marzo 1925, per complicità nel tradimento che aveva portato alla distruzione della corazzata "Leonardo da Vinci" nella notte del 2 agosto 1916, durante la prima guerra mondiale. Il 1° novembre 1925, il fratello dell'accusatore fu assolto: frattanto l'accusatore aveva pro– posto alla comn1issione del Senato la assoluzione di De Bono. Per altro, Santoro non era riuscito a proporre una assoluzione per ine– sistenza di reato su tutti i punti. Su uno dové proporla per insufficienza di prove. Inoltre la sua requisitoria dava il testo di alcuni documenti gravis– simi. Si vede che l'uomo non prevedeva che una copia della sua fatica sa– rebbe venuta a finire proprio nelle mani mie. Immaginarsi se potevo non comprarla. Passai clandestinamente in Francia ai primi di agosto, non avendo con me che una piccola valigetta con la biancheria piu indispensabile, e quelle 350 pagine dattilografate. . A Parigi trovai Ernesto. Estraemmo dalla requisitoria Santoro: 477 Bibloteca Gin·o Bianco

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