Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "Non Mollare" lissimo, indipendentemente dalla qualità del cittadino colpito. Ma anche la qualità ha la sua importanza. Il 9 giugno il tribunale di Firenze condannò l'avv. Giuseppe Viggiani a un anno, sette mesi e sette giorni di carcere; e prosciolse l'avv. Console e gli altri per non avere commesso il fatto, o per insufficienza di prove. Se facessi la storia non del Non Mollare, ma di me stesso, direi qui che i quaranta giorni passati prima a Regina Creli di Roma e poi alle Murate di Firenze furono fra i piu riposanti e interessanti e istruttivi della mia vita, e spiegherei perché e come. Ma non debbo uscire dal tema. Un numero del Non Mollare, il numero 16, fu pubblicato il 10 giugno mentre ero a Regina Creli di Roma. Fu stampato di notte nella tipografia Vallecchi, da cui uscivano tutte le pubblicazioni ultrafasciste. Gli operai che lo composero e stamparono, non vollero essere pagati; anzi consegnarono a Nello Traquandi, insieme con gli stampati, 108 lire (di allora) raccolte fra loro. Il numero 17 ebbe la data del 20 giugno. E il numero 18 quella del 4 luglio. In questo erano pubblicate due lettere di Cesare Maria De Vecchi, una del 30 gennaio e una del 14 maggio 1923, ai camerati di Torino: "De Bono è fascista," conchiudeva la seconda lettera, "e come tale non solo chiuderà un occhio, ma deve chiuderli: entrambi." Questi due documenti, come quelli pubblicati nei due numeri 7 del marzo, ci erano stati mandati da Sforza, e provenivano dagli atti della commissione istruttoria senatoriale sulla denuncia di complicità e favoreg– giamento nell'assassinio di Matteotti, presentata contro il generale De Bono da Giuseppe Donati, direttore del Popolo, quotidiano del Partito popolare (il partito che precedé la Democrazia Cristiana). È da credere che Sforza abbia ottenuto quei documenti da qualche senatore, che faceva parte della • • • • f comm1ss1one 1struttor1a. Il processo contro Ernesto, latitante, e me, in istato di arresto, fu fis– sato per il 13 luglio. I delitti, di cui eravamo accusati, erano ben quattro, uno piu terribile dell'altro. Eccoli qui: 1. Correità in alcuni reati continuati di cui alla legge sulla stampa, per avere di concerto fra loro e con altri, dal gennaio al maggio nel corrente anno, fatto stampare in Firenze un foglio periodico dal titolo: Non Mollare ( bollettino di informazioni durante il regime fascista), senza la prescritta indicazione del luogo, della tipografia e dell'anno di impressione, ~ per avere omesso altre formalità imposte dalla legge sulla stampa. 2. Correità nel reato continuato di cui all'art. 122 del Codice penale per avere, compilando e diffondendo il suddetto periodico, in vari numeri mensili, offeso S.M. il Re con parole contenute negli articoli anonimi del foglio clandestino. 3. Correità nel reato continuato di cui all'art. 125 del Codice penale per avere fatto risalire a S.M. il Re il biasimo e la responsabilità di fatti del suo governo. 4. Correità nel reato continuato di cui all'art. 126 del Codice penale per avere vilipeso il Governo monarchico costituzionale ( ! ! !). 475 Bibloteca Gino Bianco

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