Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "Non Mollare" Alle dodici, sonata di campanello. Vado ad aprire. "Che popolo!," lei mi dice, "Non c'è in questa terra nessun popolo come questo." "Che è successo?" "Da Piazza Signoria a Piazza Cavour, non un'anima. File di camicie nere di qua e di là, lungo la strada. Ma. dietro alle camicie nere, non un'anima, dico non un'anima. Solo in Piazza del Duomo, poche decine di persone, che erano evidentemente turisti forestieri." Chi ha giustificato la complicità ventennale di Vittorio Emanuele III con Mussolini, con la ragione che il Re interpretava la volontà del popolo italiano, favorevole a Mussolini, ha dovuto ignorare tutti i fatti come quelli, di cui fu scena Firenze il 4 maggio 1925. E questo, senza prendere in con– siderazione la circostanza che il Re aveva giurato di mantenere uno statuto, che garantiva al paese il diritto di esprimere la sua volontà, libero e non coatto dal manganello o umiliato dall'olio di ricino fascista, e quel giura- 1nento lo legava anche se il popolo italiano fosse stato cosI stupido o cos1 depravato da volere un Mussolini. Cosa bella e mortai passa e non dura. Ernesto ripeteva: "Fra sei mesi saremo tutti dentro." Il 21 aprile fu arrestato uno dei distributori, Rapezzi. Il 29 aprile, i fascisti, informati evidentemente da una spia, fecero una sorpresa allo studio degli avvocati Console, Viggiani e Lattes, e vi scopri– rono diversi pacchetti del Non Mollare. Il 5 maggio Rapezzi fu rilasciato, perché contro di lui non erano emersi fatti precisi (o perché si voleva sorve– gliarlo a piede libero, e cosI scoprire quali persone bazzicava). A questo punto, il Pinzi dalla Francia si mise a chieder denaro. Gli fu inviato qualche soccorso. Ma credeva di aver diritto ad essere pensionato vita natural durante. Non ricevendo quello che pretendeva, si dette a fare mi– nacce. Pensava ad un ricatto produttivo e non ancora a fare la spia? o diventò spia, dopo che vide non riescito il ricatto? Lo spirito umano lo conosce solo il Padreterno, e quello di certi uomini lo conosce soltanto il diavolo. Un ragioniere, Bruno Cosi, presentatosi come amico del Pinzi, andò ad avvertire Rossi che non conveniva spingere quell'uomo alla disperazione. Rossi rispose che Pinzi non aveva mai fatto parte politicamente del gruppo da cui gli era stato affidato la stampa del foglio; aveva assunto quel lavoro per compenso; era stato pagato; aveva avuto una somma come indennità per l'infortunio, che egli stesso aveva procurato con la sua imprudenza; era stato aiutato a fuggire in Francia; era stato soccorso in Francia. Non poteva pretendere di piu. Si seppe anche che lo sciagurato stava trattando coi fascisti per ottenere la impunità e un premio in denaro. Ma sarebbe arrivato in fondo a quella vergogna? Non si sarebbe fermato prima di buttarsi nel precipizio? Noi non avevamo il diritto di condannarlo per quanto avrebbe potuto fare, ma non aveva· ancora fatto. Né dovevamo fasciarci la testa prima di essercela rotta. 473 Bibloteca Gino Bianco

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