Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "Non Mollare" Il memoriale Filippelli restò inedito, perché non c'era piu un giornale che potesse pubblicarlo. Allora pensarono al. .. Non Mollare. Emanuele A Prato, a cui Modigliani lo affidò, lo portò a Firenze, e il Non Mollare diven– tò in quei giorni piu importante del Co"z·ere della Sera. . Verso la fine di marzo, Ernesto riprese i contatti col tipografo Pinzi per fargli stampare un altro numero. Questo - il numero 6 - era già stampato, quando Ernesto fu informato che una perquisizione nella tipo– grafia era imminente. Traquandi fece a tempo a trafugare tutta la edizione del foglietto, ma la testata del Non Mollare rimase nella tipografia e la polizia la sequestrò. Il Pinzi, che era assente, si dette alla latitanza. Ormai in Italia non era piu aria per lui. Io detti ad Ernesto un biglietto per mia moglie, allora con– valescente a Cannes, perché lo raccomandasse agli amici di Parigi, e questi gli procurassero lavoro. Gli operai italiani di qualunque mestiere trovavano allora in Francia facile e bene retribuita occupazione. Il numero 6 fu messo in circolazione. Ma per dimostrare che il foglio viveva senza bisogno del tipografo fuggiasco, furono pubblicati nel marzo ben tre numeri. In quello che portava il numero 7, fu pubblicato un me– moriale di un capo manipolo della milizia fascista: costui, in data 29 giugno 1924, temendo di essere arrestato e processato per i reati di violenza com– messi per ordine dei superiori, raccontava al maggiore dell'esercito regolare, sotto cui aveva servito in guerra come ardito, di aver ricevuto da De Bono l'ordine "tassativo" di bastonare Amendola, e lo aveva eseguito; e poi, d'accordo con De Bono aveva fornito alla questura elementi che fuorviassero le ricerche. (Il giugno del 1924 fu il mese dei memoriali. Ogni fascista, che aveva la coda di paglia, scriveva un memoriale e lo consegnava ad un amico perché se ne servisse in sua difesa. Anche Aldo Finzi, sottosegretario agli Interni con Mussolini, e da questo obbligato a dimettersi per deviare contro sé i sospetti, scrisse il suo bravo memoriale, e lo depositò, si disse, in una banca di Novara. Anche Dumini mise insieme il suo bravo me– moriale.) Un altro numero del marzo 1925 avrebbe dovuto portare il numero 8; ma portava anch'esso il numero 7. (Qualcosa di simile avvenne per i nu– meri 14 e 15, che furono pubblicati come numeri 13 e 14. C'era un po' di disordine in redazione ...) Esso dette un documento, datato 24 novembre 1924, in cui l'ex vicesegretario del fascio di Torino raccontava di avere ricevuto direttamente da Mussolini l'ordine di dare una "severa lezione fascista" a Piero Gobetti, persona "molto seccante." Lo stesso numero con– teneva un articolo su incidenti avvenuti alla Università di Firenze. Di questi parla Calamandrei, e perciò non occorre ritornarvi su. 7 Il numero 9 fu una ristampa perfetta di quel numero 7, che avrebbe 7 Si riferisce a P. CALAMANDREI, Il manganello, la cultura e la giustizia, in Non Mollare (1925), II ed. cit., pp. 27-70. [N.d.C.] 471 Bibloteca Gino Bianco

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