Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo I bilanci di queste organizzazioni e gli stipendi pagati ai suoi fun– zionari erano avvolti nel mistero. Non è azzardato attribuire la maggior parte delle loro entrate alle sovvenzioni degli industriali, dei grandi pro– prietari terrieri, commercianti, banchieri, e altri a cui la distruzione violen– ta delle leghe e delle società cooperative era cosa ben gradita. 14 Il principale organizzatore dei nuovi sindacati fascisti fu Edmondo Rossoni. Sul modello di Mussolini, anche Rossoni prima della guerra era stato un socialista rivoluzionario di estrema sinistra. Negli Stati Uniti aveva militato nella organizzazione sindacalista-rivoluzionaria lndustrial Workers of the World. Il 1° giugno 1911 un gruppo di italiani "eminenti" deponeva una corona al monumento di Garibaldi a New York. Al termine di questa dimostrazione "patriottica" / gli italiani di sentimenti rivoluzio– nari ne organizzarono una per conto loro. L'oratore che parlò al pubblico presso lo stesso monumento non era altri che Rossoni. Cosf si legge nel , giornale Il Proletario: Prende la parola Rossoni, il quale con voce sonora che vibra sulle teste come la corda d'un arco teso, flagella tutta l'immonda ciurma dell'affarismo coloniale, dei frau– dolenti, degli sfruttatori, dei falsari, degli adulteratori che han bisogno del mantello del patriottismo per nascondere la refurtiva. (...) Dopo aver. dichiarato che assume tutta la responsabilità del suo atto, fra un delirio d'applausi, sputa a piena bocca sul trico– lore del re e la corona di Barsotti (uno degli eminenti cittadini). ( ...) La nostra protesta è stata compiuta e noi siamo soddisfatti. Non lo è invece Rossoni, il quale slanciatosi ancora sul basalto propone (...) che ciascuno dei presenti passi in pellegrinaggio davanti alla corona maramalda e la decori con un coscienzioso sputo, il che tutti fanno applau– dendo.15 Quando scoppiò la guerra, Rossoni, come Mussolini, scoprf improvvi– samente di essere anche lui nazionalista. Tornò in Italia e nel maggio 1918, insieme ad altri socialisti non meno rivoluzionari e non meno patriot– tici di lui, fondò la Unione italiana del lavoro, che aveva come programma "la guerra contro il sistema capitalistico e contro tutte le istituzioni che sostenevano tale sistema. " 16 Nel corso del 1919 e del 1920 questa organiz– zazione tenne un atteggiamento piu rivoluzionario di quello della Con– federazione generale del lavoro, capeggiata dai socialisti, sperando in tal modo di conquistare le masse operaie all'ideologia nazionalista, ma non del 23 marzo 1924 "per tutto il 1919 i fascisti d'Italia non arrivavano alla cifra di diecimila" (MUSSOLINI, XX, p. 206), ed erano appena 870 secondo un comunicato ufficiale pubblicato nel "Popolo d'Italia," 23 marzo 1929. Il 22 maggio 1921, in una intervista al "Giornale d'Italia," Mussolini affermava che "gli iscritti superano il totale di mezzo milione" (MUSSOLINI, XVI, p. 359); ma 1'8 novembre 1921 il segretario del partito annunciava che essi erano 230.000. Nel discorso del 23 marzo 1924, Mussolini affermò che nel 1921 i fascisti ammontavano a 248.936, mentre il comunicato ufficiale del 23 marzo 1929 affermava che alla fine del 1922 ammontavano a 299 .867. È mai possibile che dopo un anno eccezionalmente fortunato, in termini politici, i fascisti fossero aumentati soltanto da 248.000 a meno di 300.000? Se le statistiche sul numero degli iscritti all'or– ganizzazione politica sono cosi poco attendibili, sarebbe cattiva regola fidarsi di quelle sul numero degli iscritti ai sindacati. t4 Si veda la Nota alla fine del presente capitolo. 15 "Il Proletario," New York, 2 giugno 1911; la collezione di questo giornale si trova presso la New York Public Library. t'6 L. RosENSTOCK-FRANCK, L'économie corporative fasciste en doctrine et en fait, Paris, J. Gamber, 1934, pp. 12-14, 25-28. È questo lo studio migliore di cui sinora si disponga sui rapporti tra capitale e lavoro sotto la dittatura fascista. 14 Bibloteca Gino Bianco

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