Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Le origini del "sz·ndacalismo" f asdsta fino ai colli è stata sottoposta alla esasperata rappresaglia dei fascisti, decisi a finirla per sempre col terrore rosso. Episodi innumerevoli. Scontri con la teppaglia bolscevica, in aperta resistenza, nessuno. I capi sono tutti fuggiaschi. Le leghe, i circoli socialisti, le cooperative, semideserti. 4 Mentre la guerra civile seguiva il suo corso, si andavano costituendo sindacati fascisti chiamati "sindacati economici." Il primo di questi "sin– dacati" sorse il 28 febbraio 1921 in un paese della provincia di Ferrara, San Bartolomeo in Bosco. 5 Nel novembre 1921 gli iscritti ai "sindacati economici" ammontavano a 64.000, 6 e nel gennaio 1922 a 250.000. 7 Il 6 maggio 1928, parlando di queste prime reclute, Mussolini diceva: "Possia– mo anche ammettere che un'aliquota di costoro non capissero bene dove andavano. " 8 Essi furono scherzosamente chiamati "prigionieri di guerra." Nel gennaio 1922 si tenne a Bologna un "convegno sindacale," nel quale fu deciso che tutti i "sindacati" fascisti si dovessero riunire in cin– que "corporazioni nazionali": del lavoro industriale, del lavoro agricolo, del commercio, delle classi medie ed intellettuali, della gente di mare. Le cinque "corporazioni" dovevano formare una "Confederazione generale dei sindacati nazionali." Ciascuna "corporazione" doveva raccogliere "nel suo seno tutte le attività professionali, intellettuali, manuali e tecniche. " 9 Tuttavia datori di lavoro e lavoratori non dovevano esser gettati indiscri– minatamente nella stessa "corporazione." Anche se, pur rimanendo distin– te l'una dall'altra, le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori d'ope– ra rimanevano soggette in comune a un superiore organo di governo chia– mato "corporazione." Per questa ragione le "corporazioni" erano anche chiamate "sindacati misti." Ma i datori di lavoro non si lasciarono sedur– re dalle sirene fasciste; essi rimasero fedeli alle proprie associazioni, e la– sciarono che gli operai, gli artigiani, i piccoli proprietari e coltivatori di– retti, insomma la gente minuta, fossero irreggimentati dai fascisti. 10 Tra il gennaio e il giugno 1922 il numero degli organizzati salf da 250.000 a 458.284 11 ; nell'agosto 1922 erano arrivati a 800.000,1 2 e a tale cifra ammontavano nell'ottobre di quell'anno, quando Mussolini prese il potere. 13 -4 I. BAI.Bo, Diario 1922, Milano, Mondadori, 1932, pp. 102-110. s G. A. CmuRco, Storia della rivoluzione fascista, Firenze, Vallecchi, 1929, vol. III, p. 90. 6 ''La Stampa," 9 novembre 1921; M. PANTALEONI, Bolscevismo italiano, Bari, Laterza, 1922, p. XXXI. ' CmURco, op. cit., IV, p. 33. 8 MUSSOLINI,XXIII, p. 140. 9 CmuRco, op. cit., IV, p. 33, V, p. 337; VILI.ARI, op. cit., p. 235. 10 L'ambasciatore americano a Roma dal 1921 al 1924, R. W. CmLD, A Diplomat Look1 at Europe, New York, Duffield, 1925, p. 217, descriveva le organizzazioni fasciste come "coope– rative di produttori. 11 GoAD, op, cit., pp. 14-15, afferma che "sotto la pressione dei fascisti, i datori cli lavoro cli operai patriottici accettano di tenere aperte le loro fabbriche anche con danno economico offrendo i migliori salari possibili. Il successo cosf ottenuto da imprese e f abbricbe che adottavano questa saggia politica di cooperazione, portò in questi sindacati nazionali misti un numero sempre crescente sia di lavoratori che di datori di lavoro." Io mi domando dove è mai un'ombra di prova! 11 CmuRco, op. cit., IV, p. 145. 11 "Industrial and Labour Information," 30 ottobre 1922, p. 9; C. BEALS, Rome or Death, New York, The Century Co., 1923, pp. 116, 261. 13 CHIURCO, op. cit., IV, p. 475. Diamo queste cifre senza garantirne l'esattezza. Secondo un rapporto presentato al congresso fascista del novembre 1921 ("Popolo d'Italia," 8 novembre 1921), alla fine del 1919 i fascisti sarebbero stati 17.000, ma secondo un discorso di Mussolini 13 Bibloteca Gino Bianco

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