Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Le origini del "sindacalismo" fascista riusc1 mai ad avere una larga influenza. Quando nel 1921, "dopo un in– timo travaglio 1111 simile a quello che nel 1914 gli aveva fatto voltar casacca una prima volta, lasciò l'Unione italiana del lavoro per buttarsi anima e corpo nel movimento fascista, Rossoni era un generale senza soldati. I funzionari delle nuove organizzazioni fasciste erano nominati da Rossoni. 18 Il termine "sindacati, 11 con il quale venivano indicate le orga– nizzazioni fasciste, era l'ultimo avanzo della vecchia bandiera sindacalista– rivoluzionaria sotto la quale Rossoni e diversi altri dei suoi collaboratori avevano cominciato le loro carriere politiche. NOTA L'ammontare delle sovvenzioni che i capitalisti italiani hanno elargito a Mussolini e agli altri caporioni fascisti non è mai stato reso pubblico né probabilmente mai lo sarà. Ma le prove per avvalorare le nostre afferma- • • z1on1non mancano. Luigi Villari, il piu attivo propagandista fascista nei paesi di lingua inglese, ammetteva nel 1926 che "molti aderirono al movimento per ra– gioni egoistiche, proprietari terrieri e industriali, che lo consideravano sem– plicemente come una forma di protezione del diritto di proprietà. 1119 È del tutto improbabile che questi signori chiedessero di essere ammessi o fos– sero ammessi nelle organizzazioni fasciste a mani vuote. Il quotidiano ufficiale del Vaticano, L'Osservatore Romano, nel suo numero del 9 ottobre 1921, pubblicava una circolare in data 10 settem– bre 1921 del Fascio di Cadelbosco di Sopra, provincia di Reggio Emilia, nella quale si invitavano i proprietari del paese a dare al movimento "una quota di contribuzione che non dovrebbe essere inferiore alle lire duecento e ciò in rapporto ai mezzi finanziari della S.V." Un fascista fiorentino scriveva nel 1922: Si vedevano giungere alla sede del Fascio in Piazza degli Ottaviani note facce torve e rapaci di ex fornitori militari, dimessamente calzati e vestiti ma con l'imman– cabile brillante di gran prezzo in dito; e noi costretti ad accettare per il bisogno di avere i mezzi necessari per soffocare un male peggiore di loro. 20 11 E. MALusARDI, Elementi di storia del sindacalismo fascista, Torino, Stab. Tip. Comm., 1930, p. 52. 1s Nel 1924 un gruppo di fascisti dissidenti scriveva: "Dovettero necessariamente essere improvvisati i quadri di codesto esercito volontario ove non esistevano ufficiali di carriera. E concediamo che in sulle prime i sistemi dittatoriali furono resi necessari dalla formazione im– provvisa di un organismo di eccezione in un momento storico eccezionale" (C. AvARNA DI GuAL– TIERI, Il Fascismo, Torino, Gobetti, 1925, p. 128). 19 Encyclopaedia Britannica, supplemento del 1926, voce "Fascism," p. 16. Nell'estate del 1931, parlando sul tema "The Economics of Fascism" al Williams College Institute of Politics, Villari disse: "Dapprima il movimento fu ben accolto dai datori di lavoro, i quali vedevano in esso una difesa dei propri interessi contro l'anarchia. Ma piu tardi essi cominciarono a consi– derarlo con sospetto" (G. S. CoUNTs, L. VILLARI, M. C. RoRTY, N. D. BAKER, Bolsbevism, Fa– scism and Capitalism: An Account of the Three Economie Systems, New Haven, Yale University Press, 1932, p. 71). 20 U. F. BANCHELLI, Le memorie di un fascista (1919-1922), Firenze, "Sassaiola Fiorentina," 1922, p. 35. 15· Bibloteca Gino· Bianco

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