Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Regime e monarchia Il signor Momigliano nega che Bonomi abbia voluto fare del regime post-fascista la continuazione giuridica del "regime fascista": quel che Bonomi volle fu la continuità giuridica fra il "Regno d'Italia," anzi lo "Stato italiano," e il regime post-fascista. Inoltre questa continuità era imposta dagli Alleati, che potevano fare tutto quello che volevano grazie all'armistizio del 3 settembre 1943 e alle armi di cui disponevano nel paese occupato e di– sarmato. Ma, di grazia, il "regime fascista" non aveva fatto parte del "Regno d'Italia" e dello "Stato italiano"? Era rimasto sospeso in cielo, cogli angeli e coi passerotti, dal 28 ottobre 1922 al 25 luglio 1943? E si poteva volere la continuità giuridica fra il "Regno d'Italia" "Stato italiano" e il regime post– fascista senza passare attraverso il "regime fascista"? Quanto agli Alleati, e piu precisamente Churchill, è positivo che costui voleva la continuità fra il "Regno d'Italia,, e il regime post-fascista, perché voleva far pagare al "popolo italiano" la penalità della guerra iniziata nel 1940. Guerra voluta da quel "regime fascista," che Churchill aveva sempre ammirato e desiderato per il "popolo italiano," e da quel "Regno d'Italia," che Churchill, ancora nel 1943, era pronto ad accettare a braccia aperte nel suo ovile insieme con Mussolini in persona. Ma a Churchill faceva comodo mettere il "popolo italiano" al posto del "regime fascista" e del "Regno d'Italia" per fargli pagare i cocci rotti dall'uno e dall'altro. Quanto allo "Stato italiano" Churchill, essendo buon inglese e per giunta uomo d'in– gegno, non aveva tempo da perdere con le astrazioni dei filosofi piu o meno gentiliani. Ma quando abbiamo accertato in Churchill la volontà di mantenere la continuazione giuridica fra "regime fascista" e popolo italiano mettendo sulle spalle di questo le responsabilità di quello, ignorando le responsabilità del "Regno d'Italia," nasce il problema se Badoglio e coloro che gli si associa– rono al ministero di Ravello, e Bonomi e coloro che gli si associarono nel ministero di Roma, si trovavano proprio nella necessità assoluta di mettersi bocconi innanzi a Churchill e non fare altro che eseguirne gli ordini come automi piu o meno piagnucolosi. · Per Badoglio non c'è dubbio che, dovendo portare a salvamento il "Regno d'Italia," e non potendo salvarlo senza la protezione di Churchill, doveva insieme col suo re obbedire sempre in tutto. E non c'è neanche dubbio che per il Re e per Badoglio il "regime fascista" era la continua– zione giuridica del "Regno d'Italia," salvo qualche rabberciamento; perché non si doveva arrivare "all'assurdo di implicitamente giudicare e condan– nare l'opera stessa del Re" (istruzione a Badoglio 16 agosto 1943). 2 Ma gli altri? A Napoli, Croce, Sforza e C.i disobbedirono a Churchill fino a mezzo gennaio 1944, rifiutandosi di associarsi a Badoglio, qualora Vittorio Ema- 2 Si tratta del noto promemoria del Re per -il cui testo integrale cfr. R. ZANGRANDI, 1943: 25 luglio - 8 settembre, Milano, Feltrinelli, 1964, pp. 926-7:/. [N.d.C.] 463 Bibloteca Gino Bianco

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