Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari febbraio 1924 - l'anno della fase idillica era scaduto il 28 ottobre 1923 ! concede una intervista ad uno dei piu canaglieschi quotidiani fascisti, Il Corriere ltali·ano, diretto da quel Filippo Filippelli, che nel giugno succes– sivo presterà a Dumini e C.i l'automobile, in cui sarà rapito Matteotti. E in quella intervista spiega che il momento politico-elettorale verso cui si va incontro, non gli sembra pericoloso. Il governo chiede che il paese gli dia una compatta maggioranza: "Bisogna procurare di dargliela." Non è il caso di badare al sistema elettorale escogitato dai fascisti per formare quel– la maggioranza. Bisogna guardare alla sostanza e non all'apparenza. Solo con quel sistema si può ottenere lo scopo. Quando sarà stata formata quella mag– gioranza, "si sarà rientrati nella legalità. " 14 Le elezioni del 1924 sono fatte a furia di manganellate. Il candidato Antonio Piccinini è assassinato durante la campagna elettorale (28 febbraio 1924); il candidato Forni è ferocemente bastonato (12 marzo 1924); l'Italia diventa nelle settimane delle elezioni un inferno. Sono le ultime faville del fuoco che si spegne in una Italia che rien- ~ tra nella legalità. Tutti ricordiamo - come dimenticarlo? - che durante la campagna elettorale, e precisamente il 31 marzo 1924, Giovanni Gentile, in un discorso tenuto a Palermo, annunziò che il manganello è strumento di persuasione non meno legittimo che il piu logico dei ragionamenti. Pochi ricordano - o amano ricordare - che in quello· stesso anno 1924 Croce scrisse quegli Elementi· di poli.tica, nei quali si legge quanto segue: Il dilemma se lo Stato si fondi sulla forza o sul consenso, e il quesito se legittimo sia lo Stato dovuto alla forza o solo quello dovuto al consenso, vanno messi in com– pagnia con la distinzione fra Stato e governo: perché, in verità, forza e consenso sono in politica termini correlativi, e dove è l'uno, non può mai mancare l'altro. Consenso (si obietterà) "forzato"; ma ogni consenso è forzato, piu o meno forzato, ma forzato, cioè tale sorge sulla "forza di certi fatti,,, e perciò "condizionato,,; e se la condizione di fatto si muta, il consenso, com'è naturale, viene ritirato (•..) Nel piu liberale degii Stati, come nella piu oppressiva delle tirannidi, il consenso c'è sempre, e sempre è forzato, condizionato e mutevole. Se cosf non fosse, mancherebbero e lo Stato e la vita dello Stato. 15 E frase non ci appulcro. 8) Croce "dopo l'assassinio di Matteotti rifiuta di diventare ministro con Mussolini, non perché non vuol saperne di Mussolini, ma perché accette– rebbe di ritornar ministro solo con Giolitti, e intanto consiglia Casati ad accettare il posto offerto da Mussolini a Croce." [Errato, impreciso, avven– tato.] Ecco quanto Croce ha scritto nel Corrz·ere della Sera del 2 aprile 1949: Nella crisi del delitto Matteotti, accingendosi il Mussolini a ricomporre il suo ministero con l'inclusione di alcuni ministri liberali, come a garanzia degli impegni da lui presi, un comune amico venne a domandarmi da parte del Gentile se io avrei accettato il ministero dell'istruzione; e io gli risposi che provavo un invincibile ritegno a sedermi intorno allo stesso tavolo col Mussolini e che in un sol caso sarei tornato a quest'ufficio, se tornasse a capo del governo il vecchio Giolitti (...) Solo quando il 14 Ibidem., pp. 374~76. 15 B. BROCE, Etica e politica, Bari, Laterza, 1931, pp, 221-23. 456 Bibloteca Gino Bianco

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