Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Alla fine del 1920 i fascisti cominciarono a demolire metodicamente organizzazioni sindacali e società cooperative bastonando, mettendo al ban– do, o uccidendo i loro dirigenti, e distruggendone la proprietà. Non si faceva differenza tra cattolici e socialisti, socialisti di destra e socialisti di sinistra, socialisti e con1unisti, comunisti e anarchici. Tutte le organiz– zazioni della classe operaia, quale che fosse la loro bandiera, erano con– dannate alla distruzione perché "bolsceviche." I fascisti erano riforniti di armi, n1unizioni, mezzi di trasporto dalle autorità militari, e potevano quasi sempre contare sulla connivenza passiva e spesso anche attiva della polizia. I loro avversari erano divisi tra loro e perciò incapaci di un'azione unitaria, disarmati del tutto o armati in rnodo insufficiente, e paralizzati dalle simpatie filofasciste /della polizia il cui ruolo in questa lotta rasso– migliava a quello di Mefistofele nel duello tra Faust e il fratello di Mar– gherita. Cos1 stando le cose, i fascisti non avevano altro da te111ereche le rappresaglie individuali, le quali erano per forza slegate e inefficienti. - La loro vittoria era inevitabile. 3 Basterà un solo episodio a dare un'idea di come fosse ·1a guerra ci– vile in Italia negli anni 1921 e 1922. In uno scontro avvenuto in una strada di Ravenna il 26 luglio 1922, furono uccise sette persone tra cui un fascista. Questo è il n1odo in cui il capo dei fascisti che condussero la rappresaglia "antibolscevica," ha descritto la sua gloriosa impresa: Questa notte le squadre hanno proceduto alla distruzione dei vasti locali della Confederazione provinciale delle cooperative socialiste. (...) Il vecchio palazzo è completamente distrutto. (...) Abbiamo compiuto quest'impresa con lo stesso spi– rito con cui si distruggevano in guerra i depositi del nemico. L'incendio del gran– de edificio proiettava sinistri bagliori nella notte. Tutta la città ne era illumi– nata. Dobbiamo oltre a tutto dare agli avversari il senso del terrore. Non si ucci– dono impunemente i fascisti. (...) La mancanza d'acqua ha favorito la rapida conquista delle fiamme. Il materiale enorme che vi era raccolto ha reso l'incendio inestinguibile. ( ...) Vado dal questore (...). Gli annuncio che avrei bruciato e distrutto tutte le case dei socialisti di Ravenna se dentro mezz'ora non mi dava in consegna i mezzi necessari per portare i fascisti altrove. (...) Esigo un'intera colonna di camions. I funzionari della Questura perdono la testa, ma dopo mezz'ora ci indicano dove possiamo trovare i camions già riforniti di benzina. Di questi alcuni appartengono alla Questura stessa. Io li avevo domandati col pretesto di portare lontano dalla città i fascisti esasperati. In realtà organizzavo la "colonna di fuoco" (come fu definita dagli avversari) per estendere la rappresaglia su tutta la provincia. (...) Questa marcia iniziata alle undici di ieri mattina 29, è terminata stamani 30. Quasi ventiquattro ore continuate di viaggio, durante il quale nessuno ha riposato un momento né toccato cibo. Siamo passati da Ri– mini, Sant'Arcangelo, Savignano, Cesena, Bertinoro, per tutti i centri e le ville tra la provincia di ForH e la provincia di Ravenna, distruggendo e incendiando tutte le case rosse, sedi di organizzazioni socialiste e comuniste. È stata una notte terribile. Il nostro passaggio era segnato da alte colonne di fuoco e fumo. Tutta la pianura di Romagna 3 Chi desideri formarsi una propria opinione sulla guerra civile che ebbe luogo in Italia negli anni 1921 e 1922, non ha da far altro che porre a confronto la versione fascista con quella antìfascista. La prima si può trovare in L. VILLARI, Tbe Awakening of Italy, London, Methuen, 1924, pp. 102-288; la seconda in G. SALVEMINI, The Fascist Dictatorship in Italy, New York, Henri Holt, 1927, pp. 20-161. Villari è alle dipendenze del Ministero degli affari esteri, con il compito di fare opera di propaganda nei paesi di lingua inglese. Non è da confondersi con suo padre, il professor Pasquale Villari, uomo di studi. 12 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=