Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari giellista ddla clandestinità. E l'immanentismo filosofico di Croce è ancora una delle poche barriere che si oppongono al dilagare del pensiero teologico in Italia. Pieri ha un pensiero assai vici110a quello di Giua: La Critica in quel periodo rappresentò l'unica voce libera e intelligente, in Italia, in mezzo a tanto servilismo; e noi la leggevamo avidamente, come oggi si legge Il Ponte, ma con piu vivo desiderio. Ed era la sola voce educatrice, che stimolava quanto era di meglio in noi; mentre gli Ercole, i Volpe e simili, cercavano di stimolare quanto vi era di peggio, con un'opera nefasta che tendeva a rovinare il carattere e il senso di fierezza e di dignità dei giovani. Eppoi non dobbiamo dimenticare che ora i signori di Gallarate 7 fanno una guerra grande alla memoria di Croce, che morf da filosofo, senza volere padre Lombardi fra i piedi; e nel Congresso filosofico di Bologna dello scorso anno i signori di Gallarate e loro soci riuscirono a far sf che non si nominasse neppure Benedetto Croce. A me sembra che Pieri confonda fatti e tempi diversi. Io ho ammirato non meno di Pieri la coerenza, in cui Croce seppe morire senza pagar dogana a padre Lombardi. Ma non vedo perché la cam– pagna che i gallaratesi fanno contro la memoria di Croce, debba condurci a modificare la nostra opinione sulla influenza politica di Croce, se la nostra opinione è giusta. Il nostro pensiero dobbiamo formarcelo noi stessi, e non andare a cercarlo a Gallarate, pensando il contrario di quel che si pensa colà. Se -Togliatti morirà senza mandare a chiamare il prete, non per questo Pieri o io diventeremo comunisti. Mi consenta poi Giua di dissentire da lui sull'efficacia che egli attri– buisce nella politica italiana odierna all'immanentismo filosofico di Croce contro il trascendentismo altrettanto filosofico del prof. Gedda. Il partito comunista è pieno di trascendentisti e li coltiva con cura meticolosa; e viceversa, non sono certo scarsi gli immanentisti che sussidiano l'Azione Cattolica e la stampa democristiana. Gli italiani hanno altre gatte da fru– stare che il trascendentismo e l'immanentismo. E se noi per difenderci dalla Democrazia Cristiana e dai suoi clienti di destra e di sinistra, non avessimo che l'immanentismo di Croce, staremmo freschi davvero. Non bisogna, caro Giua, dare un'importanza pratica, che non le spetta, alla filosofia nella politica. Una medesima filosofia giustifica nei suoi seguaci le piu contraddittorie attività politiche, e la stessa attività politica è giusti– ficata da coloro che vi partecipano con le piu diverse filosofie. Uno può es– sere conservatore o viceversa, tanto se è immanentista come Croce, quanto se è trascendentista quanto Pio XII. Uno può essere grande filosofo, e in politica accumulare spropositi su spropositi; e viceversa può essere un grande uomo di Stato senza avere mai letto una sola pagina di filosofia o profes– sando una filosofia che non stia né in cielo né in terra. È interessante vedere attraverso quali acrobazie i seguaci della stessa filosofia si dividono in clan 1 Si allude ai Padri Gesuiti, che dal 1936 hanno in Gallarate la propria facoltà filosofica presso l' Aloisianum, e alla quale si appoggia il Centro di studi filosofici fondato nell'ottobre 1945. [N.d.C.] 450 Bibloteca Gino Bianco

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