Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La politica di Benedetto Croce L'esule "regolare," quello in terra straniera, soffre prima di tutto del senso della solitudine; però in certo qual modo può rendersene ragione, perché sa di vivere tra stranieri. L'esule in patria per questo lato si trova in condizione peggiore, perché sa di calcare la terra degli avi, e tuttavia si accorge di essere anche lui in solitudine. Egli avanza nella vita come se camminasse per una lunga strada dove non vedesse che porte ed imposte chiuse. Ma ad un certo punto ha un sobbalzo: laggiu c'è una porta aperta. Entra, sale su, e trova una persona che lo aspetta, anche se ignoto fino ad un minuto prima. A Napoli una tale porta - alto, massiccio portone di tardo Rinascimento - si trovava in via Trinità Maggiore, al numero civico dodici. Non dico altro, e ti chiedo scusa se non mi sono tenuto il mio dispiacere per me, e ne abbia procurato uno a te (ma non si trattava della mia persona); e ti stringo cor– dialmente la mano. MARIO VrNCIGUERRA La recensione, che dedicai al libro di Aldo Mautino nel Ponte del mag– gio u.s., mi è valsa la lettera di Mario Vinciguerra, che viene qui ripro– dotta; una lettera ricca di informazioni inedite di un amico del Maurino, Leone Diena, e due altre lettere di Michele Giua e di Piero Pieri. Troppa grazia, Sant' Antonio! Gli amici del Ponte mi dicono che non è possibile pubblicarle tutte in questo numero, che è sommerso sotto la inondazione olandese. E meno che mai è possibile accompagnare quelle lettere con le mie controdeduzioni le quali, come è naturale, non potrebbero essere brevi. Bisogna che i lettori del Ponte aspettino il numero di ottobre per avere sotto gli occhi tutte le "pezze d'appoggio." G. S. La, politica di Benedetto Croce 1 Nella recensione, che dedicai al libro di Aldo Mautino nel Ponte del maggio scorso, Antonio Labriola diventò Arturo Labriola, non so se per errore del mio calamaio o del linotipista, ma certo senza nessuna colpa di Antonio. Inoltre non potei fare uso di testimonianze, che sono venute a mia conoscenza dopo che quella recensione era stata pubblicata. Per giunta, in seguito a quella recensione, mi sono pervenute lettere che sarebbe mal garbo, oltre che poco leale, ignorare. Perciò domando agli amici del Ponte il permesso di ritornare sulle materie accennate in quella recensione, sia per debito di giustizia, sia perché mi si offre cosf l'opportunità di illustrare punti in quella occasione appena accennati o lasciati in totale oscurità. t Pubblicato in "Il Ponte," novembre 1954, pp. 1728-43, fa seguito al precedente scritto, La formazione della filosofia politica di Benedetto Croce, ivi, maggio 1954 e alla relativa lettera di Mario Vinciguerra, ivi, luglio-agosto 1954. [N.d.C.] 445 Bibloteca Gino Bianco

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