Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La formazione della filosofia politica di Benedetto Croce che io non abbia approvato la proporzionale nel 1919 (p. 74). La approvai cordialmente, in perfetto accordo col Gobetti, come risulta dall'Unità del 1919. Dopo avere accolto con gioia Energie Nove di Gobetti, io salutai con gioia anche l'apparizione di Rivoluzione liberale. Non collaborai a questa, perché dato che un bel gruppo di giovani vi si stringeva intorno, mi parve che dovessi lasciar loro sgombra la via, e non assidermi fra loro come padre nobile; eppoi dal 1921 in poi attraversai un penoso periodo di stanchezza per l'eccessivo lavoro e di scoraggiamento per la piega disastrosa che pren– deva la politica italiana e alla quale non vedevo rimedio. Finalmente - perché non dovrei confessarlo? - mi parve che intorno a Rivoluzione l1:be– rale ci fosse una certa nuvolaglia filosofica crociana, in cui non riescivo a capir nulla: perciò mi parve bene lasciare che il tempo e la esperienza con– ducessero a piu perfetta maturazione la meravigliosa precocità di Gobetti. Ma fra Gobetti e me vi fu sempre un'affettuosa amicizia che nessun dissidio mai turbò. Di Croce e dell 'equt.tà Mio caro Salvemini, la recensione sul libro di Aldo Mautino (La formazione della filosofia politica di B. Croce), che hai scritta per il fascicolo di maggio del Ponte, mi ha arrecato dolore, e siccome ho motivo di credere che non sia stato l'unico ad esserne cosi spiacevolmente colpito, ti chiedo la cortesia che mi permetta di esprimerti i motivi del mio dissenso in una lettera aperta, anziché privata. Prima di tutto vorrei fare qualche precisazione nei riguardi dell'autore del libro, di cui ti sono giunte notizie incomplete. Il povero giovane morf cosf presto che, anche nel campo dell'azione, cioè nell'attività antifascista, non si possono evocare di lui atti di grande rilievo. Ma è fare un torto alla sua memoria credere che egli facesse dell'anti– fascismo accademico, dopo avere chiuso accuratamente la porta di casa; affermare che gli avvenimenti salienti della dura lotta civile di quegli anni fossero passati sul suo spirito "come acqua sulla pietra." Questa frase non è felice, perché esprime un giudizio non solo di timidezza, ma addirittura di insensibilità. Ti pare che un uomo di robusto carattere e di molta esperienza come Solari, un maestro nato, si sarebbe preso di tanto affetto per quel giovane, ed avrebbe nutrito tante speranze pel suo avvenire, se non avesse avuto modo di giudicarlo per prove? C'è un altro dei suoi maestri, per fortuna, vivente, che ebbe egualmente per lui molto affetto e alta stima, e questi è Luigi Einaudi (non filosofo, bada), il quale scrisse di lui pagine commosse nella Rivista di storia eco· nomica, in occasione della morte. 5 E nei coetanei torinesi, senza distinzione di partiti, il giudizio era identico e il ricordo è inalterato. Il preconcetto giudizio sull'autore ha fatto sf che il libro in realtà non ti abbia affatto interessato; tanto vero che non ti sei dato nessuna pena di esporne ai lettori la materia; ma invece te ne sei servito come di una pista di lancio per fare ancora uno sfogo polemico contro Croce. Io ho lodato la tua sincerità tutte le volte che hai evitato di parlare di argomenti filosofici, dichiarando che di filosofia non ti intendi. Il demone della polemica ti fece uscire da questa saggia carreggiata, quando i dissensi politici con Croce ti tirarono a non misurate e non meditate censure, che tendevano a colpire in lui anche l'uomo di pen-– siero. Ora, in occasione della nuova edizione del libro del povero Mautino, ti pare di s L. EINAUDI, Aldo Mautino (18 settembre 1917 - 26 gennaio 1940), in "Rivista di Storia Economica," IV, n. 4 (dicembre 1939), p. 327. [N.d.C.] 443 Bibloteca Gino Bianco

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