Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La formazione della filosofia politica di Benedetto Croce Mautino, è il Croce vero o è piuttosto quello che Mautino filtra attraverso il proprio pensiero. Mi permetto solo di osservare che non si può studiare la formazione del– la filosofia politica in Croce, come in qualsiasi altro filosofo, se non si tiene presente l'attività politica di quel filosofo; e anche se si trova che quel filosofo non fu mai politicamente attivo, si deve cercare a quali iniziative politiche altrui egli dette via via il suo consenso o la sua condanna. Kant, che cambia la strada della solita passeggiata il giorno in cui legge che la Bastiglia è caduta a Parigi, ha tanta importanza per farmi capir l'uomo, quanta ne ebbero le lezioni che Felice Tocco mi fece sulla filosofia di Kant sessant'anni or sono. 2 Su Croce che contrae la scarlattina marxista per gli insegnamenti di Arturo Labriola, 3 ma ben presto ne guarisce, Mautino ci informa a nostra piena soddisfazione. Ma amerei sapere se la filosofia politica e l'attività poli– tica di Croce dipendono l'una dall'altra, oppure diventano due rette che non si incontrano mai. Croce si associa a Salandra e a Sonnino nel patrocinare il Gi·ornale d'ltali·a contro la politica giolittiana nel primo decennio di que– sto secolo; e poi approva la guerra per la conquista della Libia; e poi parte– cipa alla politica napoletana in una coalizione dei "partiti dell'ordine contro i socialisti"; e poi si distacca da Salandra e da Sonnino nel 1914-1915 duran– te i contrasti fra interventisti e neutralisti; e poi diventa collaboratore della rivista nazionalista Politica alla fine della prima guerra mondiale; e poi lascia correre in silenzio le infamie fasciste del 1921-22; e poi in Napoli par– tecipa al congresso fascista del 24 ottobre 1922, e sul palcoscenico applaude Mussolini; e poi, dopo l'assassinio di Matteotti, rifiuta di diventar ministro con Mussolini, non perché non vuol saperne di Mussolini, ma perché accette– rebbe di ritornar ministro solo con Giolitti, e intanto consiglia Casati 4 ad accettare il posto offerto da Mussolini a Croce; e poi vota nel Senato la fi– ducia a Mussolini nonostante l'assassinio di Matteotti; e poi si disgusta di Mussolini per il colpo di Stato del 3 gennaio 1925, e si mette allo sbaraglio col Mani/esto degli· intellettuali; e poi consiglia nel 1931 gl'insegnanti uni– versitari italiani a prestare il giuramento di fedeltà imposto loro da Gentile e consentito da Pio XI; e poi approva la guerra per la conquista dell'Abis– sinia; e poi è incerto se approvare anche l'intervento mussoliniano nella guerra del 1940; e poi si mette a capo di quegli antifascisti, i quali dopo 1'8 settembre 1943 domandano che Vittorio Emanuele III e suo figlio se ne vadano via; e poi nel gennaio 1944 consente al compromesso proposto da De Nicola e approvato da Stalin, tramite Togliatti; e poi lascia correre senza protesta la dichiarazione di Bonomi che il regime postfascista è la conti- 2 Felice Tocco insegnava storia della filosofia nel R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, negli anni in cui vi era studente Salvemini. Cfr. G. SALVEMINI, Una pagina di storia antica, in "Il Ponte," febbraio 1950, p. 126. [N.d.C.] 3 Recte: Antonio Labriola, e la correzione a penna appare anche nell'estratto che era in possesso di Salvemini. Ma a questo errore si fa riferimento piu di una volta nelle pagine che seguono, ed esso quindi va conservato per la comprensione del testo. [N.d.C.] 4 Cfr. la nota 6 a p. 362 di questo volume. [N.d.C.] 441 Bibloteca Gino Bianco

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