Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Partigiani e fuorusciti schi per il servizio militare? Oppure era il primo accenno ad una volontà nazionale e sociale di portata piu vasta? Non potendo rispondere a questa domanda, ci maceravamo nell'angoscia di un avvenire ignoto. Ben presto respirammo meglio. Roma resisteva. Non era resistenza ar– mata. L'avevamo sempre detto e ripetuto che senz'armi e senza organizza– zione accentrata, una resistenza armata in una città, oggi, non è possibile. Ma la popolazione opponeva ai tedeschi e ai loro clienti italiani una resi– stenza passiva, che aveva del meraviglioso. In Roma tutti si erano messi d'accordo a non obbedire. Tedeschi e fascisti non sapevano a quale terreno afferrarsi. Erano sospesi nel vuoto. Tutti i romani avevano cambiato pro– fessione, abiti, nome, colore dei capelli, magari colore degli occhi. Nessuno dormiva piu per due notti di seguito nello stesso letto. E il resto della popo– lazione assisteva tutti con una solidarietà, che ci riempiva di entusiasmo. Sono rimaste nella storia d'Italia le Cinque Giornate di Milano. Dovrebbero rimanere nella storia d'Italia quei dieci mesi di Roma, che vanno dal settembre 1943 al giugno 1944. Il movimento dei partigiani cominciò ad essere conosciuto negli Stati Uniti solamente sul principio del 1944. Oggi noi sappiamo che subito, 1'11 settembre 1943, Duccio Galimberti, in quel di Cuneo, insieme a pochi com– pagni, si dette alla montagna, portando nello spirito una visione politica di chiarezza cristallina, attinta all'insegnamento di Carlo Rosselli negli scritti clandestini di Giustizia e Libertà. Sulla fine del 1943 nulla ancora trape– lava fuori d'Italia di quanto già avveniva sulle montagne piemontesi. Forse i servizi d'informazione inglesi non avevano ancora scoperto quel feno– meno. Gli inglesi dicevano allora che il loro servizio d'informazioni militari non si chiamava piu "lntelligence Service" ma "Secret Ser11ice," perché il segreto era rimasto, mentre la intelligenza se n'era andata. Ma è probabile che i conservatori, allora al governo in Inghilterra, abbiano cercato di tenere nascosto il fenomeno dei partigiani, perché ne avrebbero fatto volentieri a meno, volendo evitare si formassero negli Stati Uniti correnti di opinioni favorevoli al popolo italiano, di cui si dovesse tener conto al momento della pace. Un servizio d'informazioni americano per l)Italia cominciò ad essere organizzato solamente nel 1944, e specialmente a cominciare dall'estate. Ma coll'avanzare del 1944 le notizie sul movimento partigiano in Italia cominciarono a filtrare da ogni parte. E a cominciare dall'estate rivelarono una vastità, che tanto piu colpiva quanto meno era aspettata. Quando non fu piu possibile tener celata la estensione del movimento, si cercò di farlo passare come tutto di ispirazione monarchica. I partigiani non dovevano essere chiamati "partigiani," parola di sapore piuttosto non conformista, ma "patrioti," cioè elementi "sfusi" dell'esercito regolare bado– gliano. Un nostro amico, il quale compilava preziosi bollettini giornalieri sui giornali italiani della zona occupata dai tedeschi, filmati nella Svizzera e spediti per posta aerea negli Stati Uniti, fu denunciato come "comunista," e fu denunciato da un sedicente socialista italiano, perché parlava di "parti- 435 Bibloteca Gino Bianco

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