Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Partigiani e fuorusciti Ben di rado ebbi la impressione di aver fatto breccia. In quella do– manda era sempre sottinteso il dubbio, se non la certezza, che per un popolo come quello ogni speranza era vana. Chi ascoltava poteva sentire forse ri– spetto per le nostre illusioni personali, ma non per questo arrivava a rispet– tare quel popolo, di cui descrivevamo la sorte crudele, e ad avere fede nella sua capacità di ripresa. Col passare degli anni, la nostra voce fu sempre meno ascoltata. Il vuoto, che ci attorniava, si estese piu che mai durante la guerra per la conquista dell'Abissinia. Niente riesce meglio che la buona riuscita, dicono gli inglesi. L'intervento mussoliniano in Spagna non fece che aumentare il presti– gio del regime, e nello stesso tempo il disprezzo per un popolo che non "si opponeva" a quel regime. Ma noi fuori d'Italia e i nostri amici in Italia avemmo tutti la impres– sione quasi istintiva, che con quella impresa forsennata e criminosa la para– bola discendente del regime fascista era cominciata. Permettetemi di citare alcune parole che dissi a Parigi nell'estate del 1938, commemorando Carlo e Nello Rosselli, assassinati da fascisti francesi per mandato ricevuto da funzionari del Servizio militare d'informazioni di Roma. "Qualcosa si muove laggiu. Fra i giovani, che arrivano alla univer– sità dopo essere stati allevati per quindici anni nell'atmosfera fascista, vi è un sentimento di noia, un fermento d'inquietudine, un malessere di dignità offesa, che promette male per la dittatura. Non dico che la maggioranza dei giovani sia antifascista. No. La maggioranza era inerte ed amorfa anche mez– zo secolo fa, quand'io ero studente. [La maggioranza è stata e sarà sempre indifferente e passiva e tirerà a campare. È la minoranza che fa la storia perché essa sola agisce.] In questa minoranza della gioventu italiana il fa– scismo ha perduto la partita. " 5 Ma chi ci ascoltava? Prevaleva sulle nostre deboli voci il rumore arro– gante della propaganda fascista, sussidiata da mezzi finanziari formidabili. Quel popolo (dicevano ovunque gli agenti della propaganda) aveva avuto bisogno del bastone per mettere la testa a partito; se gli si fossero lasciate · nuovamente le redini sul collo, "gli americani avrebbero dovuto intervenire in Italia come avevano fatto nel Venezuela per assicurarsi la estrazione del petrolio." Queste parole testuali le ho sentite io in persona pronunziate a Portland, Maine, in America, da un propagandista salariato dal governo mus– soliniano a 500 dollari all'anno. Noi stessi dicevamo spesso a noi stessi che non avremmo visto l'alba del nuovo giorno. s I due periodi tra parentesi quadra, pur essenziali al senso del discorso, non figurano nel testo pubblicato da "Il Mondo" per evidente errore. Si sono qui reintegrati confrontando con " Giustizia e Libertà," Parigi, 10 giugno 1938, ove fu pubblicato il discorso commemorativo di Salvemini qui citato. [N.d.C.] 433 Bibloteca Gino Bianco

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