Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Come fu assassinato Gz·useppe Di Vagno Di Vagno doveva essere ucciso; doveva essere fatto a pezzetti; l'hanno fatto deputato, ma di qui non si passa." Di Vagno fu invitato, per il 25 settembre 1921, a Mola per l'inaugura– zione della bandiera socialista. Nel primo pomeriggio, Tommaso Cassano, grosso proprietario di Gioia del Colle, appartenente alla clientela, che aveva preso il nome da Vito De Bellis, giolittiano tipico, e che si trovava a Mola a villeggiare, andò in calesse a Conversano, accompagnato da un fascista di Mola, Luigi Lorusso. Riunione nella sede del fascio. Il Cassano non vi partecipa, ma la riu– nione si tiene nella sala del "Circolo Liberale" che comunica con la sede del fascio: Cassano c'è e non c'è. I convenuti si distribuiscono rivoltelle e bombe cariche con dinamite e frammenti di ferro e pietra. Cassano e Lorusso noleggiano due vetture, ognuna delle quali porta otto persone. Il calesse di Cassano e di Lorusso apre la spedizione. Via facendo i fascisti collaudano le rivoltelle, sparando sui cani che incontrano. Arrivano a Mola verso le 18,30. Lasciano vettura e calesse all'entrata del paese. Annotta. Il comizio è finito. Dov'è Di Vagno? Un fascista di Mola, Francesco Rosa, tenente degli arditi, che ha distur– bato il comizio fischiando, indica la via dove si trova Di Vagno, e fa da guida. "Se non lo facciamo stasera non lo facciamo piu." Procedono in fila indiana. Innanzi a tutti Luigi Lorusso, "bavero alzato, mano sinistra in tasca, cappello a falde calato sugli occhi." Ecco Di Vagno. Una voce grida a Lorusso: "Suvvia deciditi." Tre colpi di rivoltella, e la esplosione di una bomba. Di Vagno, colpito alla schiena, cade in una pozza di sangue. La bomba riduce in frantumi un portale vicino. La comitiva se ne torna a Conversano nelle vetture usate per venire, preceduta sempre dal calesse di Cassano e Lorusso. Il Popolo d'Italia, diretto da Benito Mussolini, dette la notizia nel nu– mero del 27 settembre nei termini seguenti: "Il deputato socialista Di Vagno assassinato in terra di Bari, vittima di odii locali... Non essendovi a Mola fascisti, è da escludersi il motivo politico; ma si ritiene che l'aggressione deb– ba attribuirsi ad odio personale dei suoi concittadini di Conversano." E in una corrispondenza da Roma: Sfruttatori di cadaveri, Roma, 26 notte. (G.P.): Il delitto di Mola di Bari ha destato in Roma una profonda impressione poiché la capitale è il centro dell'attività politica nazionale e ha una sensibilità parlamentaristica superacuta. I giornali dedicano persino quattro colonne ai particolari dell'uccisione e i deputati socialisti colgono l'improvvisa occasione per reclamare dal governo misure draconiane contro i fascisti, che essi denunziano senz'altro, prima ancora di ogni ac– certamento giudiziario, come responsabili. Ancora piu repugnante del Popolo d'Italia fu il Giornale d'ltali·a diretto da Alberto Bergamini: 423 Bibloteca Gino Bianco

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