Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sc1'·ittivari gò, a nome di Albertini e altri personaggi politici milanesi, di informare Salandra che "Mussolini era ormai deciso ad escludere qualunque combina– zione e a volere per sé l'incarico di formare il ministero; altrimenti non sarebbe venuto a Roma"; Facta non dette a leggere a Salandra il testo del fonogramma, e Salandra ebbe "l'impressione" che Facta leggendolo omet– tesse qualche frase: "forse l'esortazione a me [Salandra] di cedere senz'altro il passo a Mussolini. " Salandra non indica il giorno e l'ora, in cui quel fonogramma part1 da Milano, ma informa che Mussolini, invitato ad andare a Roma a conferire col Re, si rifiutava di partire da Milano se non riceveva senz'altro l'incarico di formare il ministero. Alla sua volta Albertini afferma di aver telefonato dalla prefettura di Milano alla segreteria del ministro della Real Casa la mattina del 29 ottobre per dire che oramai il meglio che si potesse fare era dare l'incarico a Mussolini. 8 Quella data è essenziale per capire il pensiero di Albertini in quel mo- ~ mento. Il giorno prima, 28 ottobre, il Re rifiutandosi di firmare il decreto di stato d'assedio, aveva disarmato se stesso. Non appena la revoca fu cono– sciuta - alle ore 13 - in tutta Italia, i fascisti avevano sentito che la vit– toria e le spoglie della vittoria erano nelle loro mani. Bande armate di fa– scisti convenivano dalle provincie vicine su Milano, mentre il prefetto ed il generale Cattaneo, comandante della piazza, lasciavano correre. Gli ufficiali dell'esercito, che quasi certamente la mattina del 28 avrebbero obbedito agli ordini del Re, quali che fossero stati, non avrebbero piu obbedito, ora, a nessun ordine di repressione, dopo che il contrordine all'ordine aveva provo– cato un inaudito disordine. Mussolini, sicuro ormai di poter fare lui il nuovo governo senza nessun mentore di nessun genere - si chiamasse Salandra, o Giolitti, o Nitti - rifiutava di partire per Roma se il Re non gli dava prima ufficialmente e per iscritto l'incarico di prin10 ministro. Al Re, che aveva già dato l'incarico a Salandra, non rimaneva che accettare la rinun– cia di Salandra e sottomettersi a quella umiliante procedura. Il fonogramma fu spedito la mattina del 29, quando fin dalla sera precedente Salandra aveva riconosciuto che non c'era piu posto per lui. Dire, dunque, senza data e in forma nuda e cruda, che "Albertini chiese a Salandra di cedere il passo a Mussolini," è come dire che il medico ha ammazzato l'ammalato, perché ha detto che l'ammalato è morto. XI. In quel giorno, 29 ottobre, i fascisti minacciarono di dare l'assalto al Corriere. Il prefetto scaricò la propria responsabilità sul comandante del Corpo d'Armata. Questi se ne lavò le mani. Finalmente un generale andò a proteggere la sede del giornale e la protesse cos1 bene che i fascisti nel pomeriggio la invasero per esporre il tricolore alla finestra. Il giornale usc1 con la dichiarazione che gli avvenimenti di quei giorni non erano commen– tati perché nelle condizioni di violenza che prevalevano, non era possibile 8 A. ALBERTINI, Vita di Luigi Albertini, cit., p. 214; si veda anche TASCA, Nascita e av– vento del fascismo, cit., p. 503. 420 Bibloteca Gino Bianco

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