Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

I manutengoli del f asci.smo di Albertini nell'aver sostenuto troppo a lungo Cadorna. Ma che cosa c'en– trano quegli errori, col fascismo di cui Giolitti doveva essere nel 1920-21 il manutengolo? Di grazia, le istituzioni parlamentari furono abolite in Italia, da Cadorna e da Albertini, durante la guerra, oppure da Mussolini sei anni dopo la guerra? E, fra la guerra e il trionfo del fascismo, non c'è quel go– verno Giolitti - autunno 1920-primavera 1921 - che rese possibile la mar– cia su Roma del fascismo? VII. Cajumi accenna a "quel capolavoro di preparazione diplomatica" che fu il Patto di Londra. Ha ragione. In quel bestiale documento bisogna cercare il germe di quella che doveva essere nel 1919 la "vittoria mutilata." E poiché il movimento fascista sorse, crebbe, trionfò, e alla fine si st-roncò,sul ·mito della "vittoria mutilata," è chiaro che Sonnino e Salandra vanno messi fra i preparatori e responsabili incoscienti del fascismo - ma non ancora "manutengoli," ché per essere tali avrebbero dovuto nel 1914-15 essere piu profeti dello stesso Giolitti nel 1920-21. Orbene Albertini non ebbe nessuna parte nella costruzione - che ri– mase a tutti segretissima - di quel vaso di Pandora che fu il Patto di Londra. E quando si cominciarono a vedere gli effetti di quanto quel vaso conteneva, cioè nell'estate del 1917, e piu ancora nel 1918, Albertini prese una posizione di critica verso la politica sonniniana (naturalmente con le cau– tele necessarie, dato lo stato di guerra). E finita la guerra, nel 1919, si mise risolutamente a domandare che il documento sciagurato del 1915 fosse rive– duto e adattato ai bisogni reali del paese e alla possibilità della situazione internazionale. Si rese cos1bersaglio delle piu atroci invettive dei nazionali– sti, sonniniani e salandrini. Può Cajumi, innanzi a fatti di questo genere, accusare Albertini di essere stato responsabile per il Patto di Londra? È strano poi che Cajumi ignori che nel 1919 il mito della "vittoria muti– lata" - gelatina in cui furono allevati i microbi del fascismo - non fu proprietà esclusiva dei sonniniani, salandrini, nazionalisti, neonati fascisti e generi simili. Parteciparono in prima linea alla fabbricazione di quel mito anche i neutralisti (e clericali e giolittiani). Costoro nel 1915 si sarebbero contentati del "parecchio"; ma nel 1919 adottarono il programma territo– riale piu estremista per poter rimproverare ai responsabili della guerra di non aver saputo soddisfare tutte le "aspirazioni nazionali." S'intende che anche toccando questo punto, bisogna parlare di responsabili e originatori, e non di manutengoli. Ma non bisogna dimenticarli. Il fascismo non cadde dal cielo come un bolide: d'accordo. C'erano già prima nella vita italiana i suoi germi: d'accordo. Ma quei germi vanno analizzati e classificati secondo il loro ordine di precedenza e non rimesco– lati alla rinfusa con quelli del 1917, 1915, e magari 1898, mentre si ignora– no i germi piu vicini e piu violenti, grazie a cui il movimento trionfò. VIII. Nei mesi dall'autunno 1920 all'autunno 1922, non c'è dubbio che - ora finalmente! - non solo Giolitti e Bonomi e Facta, ma anche Salandra e Sonnino furono manutengoli del fascismo. Giolitti aveva creduto di poter addomesticare i fascisti. Bonomi e Facta non sapevano quello che volevano, 417 Bibloteca Gino Bianco

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