Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari come un "manutengolo," di un movimento che né lui né altri potevano allora prevedere. Si dovrebbe caso mai chiamarlo "precursore" salvo a chiamarlo "manutengolo" quando diventerà tale, a somiglianza di Giolitti (che non si ha il diritto di ignorare). V. La parola "manutengoli" bisogna lasciarla da parte, anche quando si prende in -esame l'azione di Salandra e di Sonnino nella prima guerra mondiale. È assai probabile che quella guerra, nelle loro intenzioni, doveva aprire la via affinché l'esercito italiano, dopo aver trionfato in una grande impresa nazionale, piu seria che la guerra libica, creasse finalmente una base legale per quella monarchia alla prussiana che essi avevano sempre sognato. Ma siamo sempre lf: reazione monarchico-costituzionale a viso aperto, non è illegalismo favorito sottomano dalle superiori autorità. Eppoi Salandra e Sonnino avrebbero dovuto essere profeti se nel 1914-15 avessero preveduto e voluto preparare quel che doveva avvenire in Italia dal 1920 in poi. Senza aggiungere che avrebbero dovuto essere mentecatti, se avessero preveduto " quel che sarebbe successo dal 1920 in poi, e non avessero nello stesso tempo preveduto che una monarchia alla prussiana non sarebbe stata possibile in Italia, quando fosse andata per aria anche in Prussia e in Germania. Non manutengoli, dunque, ma pezzi archeologici, niente altro che pezzi archeo– logici. VI. Durante la guerra del 1915-18 Albertini sostenne Cadorna, fino a quando la rotta di Caporetto produsse il cambio dell'alto comando militare. Lo sostenne contro la maggioranza della Camera, opponendo il "Governo di Udine" alla Camera dei deputati, e dicendo che "il paese guardava a Udine." Tutto questo è vero. Ma non bisogna dimenticare che la maggioranza giolittiana della Camera, la quale non aveva voluto la guerra pur votandola, stava in agguato per ricondurre al potere Giolitti, affinché facesse una pace separata, e il suo bersaglio preferito era proprio Cadorna. In quelle condi– zioni non c'era scelta: o Cadorna con tutti i difetti, o Giolitti con la pace separata. Uscito Salandra dal governo nell'estate del 1916, gli era succeduto nella presidenza del consiglio un vecchio rammollito, Paolo Boselli, che do– veva farsi fare iniezioni di canfora prima di parlare in pubblico o di inter– venire ad una riunione internazionale. In quell'anno che va dall'estate del 1916 all'autunno del 1917, messa di fronte a quel retore decrepito e inconclu– dente, la maggioranza neutralista dei deputati diventò sempre piu indiscipli– nata e intrigante. Da un lato Boselli, dall'altro Cadorna, che almeno era un uomo. Questa situazione durò fino a quando il disastro di Caporetto pro– dusse in Italia una reviviscenza del sentimento nazionale, e la sostituzione di Cadorna rese meno acerbe le polemiche, e la maggioranza parlamentare diventò meno riottosa. Si dànno situazioni in cui un uomo, che si trova in un posto di grande responsabilità, come direttore di un quotidiano influentissimo, non ha davanti a sé che due sole alternative, e deve scegliere. Non intendo con questo né attenuare gli errori di Cadorna, né quello 416 Bibloteca Gino Bianco

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