Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari Il popolo italìano, sebbene sottoposto a un forsennato trattamento di quel genere, non massacrò i responsabili della guerra, come avrebbero meritato. Invece cadde in uno stato di irritata disperazione. L'orgoglio della vittoria fu sostituito nel suo spirito dal cupo pessimismo della sconfitta. Solo tra i popoli vincitori attraversò, dopo la vittoria, una crisi di depressione non dissi– mile da quella dei paesi sconfitti. Il Corriere della Sera reagf coraggiosamente contro questo autolesioni– smo insensato. Ma era troppo tardi. Principiis obsta. Albertini non si era opposto ai principi della montatura dalmatica, mentre con la potenza del suo giornale avrebbe potuto creare una diga insormontabile contro di essa. Quando corse ai ripari non poté evitare le conseguenze. Le "radiose giornate d1:maggio" e ·la Marcia su Roma Poi vennero i fascisti. E allora da fascisti e antifascisti, e specialmente da antichi neutralisti (fascisti e antifascisti), fu fatta la scoperta che le "radiose giornate di maggio" avevano prodotto il fascismo.. I semplicisti-sempliciotti non debbono fare nessuno sforzo per seguire il metodo post hoc ergo propter hoc: la guerra venne prima e i fascisti dopo: quindi i fascisti furono figliati dalla guerra; quindi il Corriere della Sera, e Albertini, e i suoi complici nell'aver voluto la guerra, furono i responsabili del fascismo. In ogni momento della storia vi sono molteplici germi di sviluppi pos– sibili; alcuni si espandono, altri si isteriliscono. Spiegare quanto è avvenuto, tenendo presente uno solo dei precedenti, è metodo che non richiede nessuno sforzo di meningi. Le meningi dovrebbero prendere in considerazione tutti i germi, anche quelli che si sono isteriliti, e spiegare perché gli uni si sono sviluppati e gli altri no. La guerra fu certamente una delle concause del movimento fascista. La sua lunghezza, e le sue sofferenze, e il trattamento inumano che i militari di professione fecero dei soldati, specialmente prima di Caporetto, crearono impulsi violenti di vendetta contro i responsabili di tanto soffrire, e quella ribellione favorf i socialisti che alla guerra erano stati contrari. Inoltre la guerra fu seguita da una crisi economica, che contribuf potentemente alla inquietudine del dopoguerra, e quel disagio economico fu altrettanto vento nelle vele socialiste. E il fascismo fu essenzialmente reazione antisocialista. Verissimo. Ma sta il fatto che da quegli impulsi di ribellione i socia– listi non seppero ricavare niente, e già alla fine del 1920 quegli impulsi avevano cominciato a sbollire. E anche la crisi economica del dopoguerra, sulla quale tante esagerazioni sono state imbastite, aveva cominciato a se– darsi alla fine del 1920. L'opera buffa della Marcia su Roma fu inscenata due anni dopo. Ci debbono essere state dunque altre concause. Queste concause furono: 1) la scemenza dei socialisti ai quali l'Italia si offriva tutta insieme nel dopoguerra, e loro se la lasciarono sfuggire dalle 408 Bibloteca Gino Bianco

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