Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946 s{ o no? La fabbrica del buio può andare in .filosofia per chi ci si sollazza. In politica ci vogliono idee poche, ma chiare. Conclusz·one Che cosa è dunque un liberale italiano nel 1946? Vi sono senza dubbio in Italia dei "liberali" secondo il significato del– la parola nella lingua inglese. Mi pare di vederne alcuni fra i libertari, i repubblicani, gli azionisti, e quei socialisti-democratici che non vanno co– me cagnolini dietro a Togliatti. Se Piero Gobetti fosse ancora vivo, sa– rebbe uno di questi "liberali": la sua Ri·voluz1:onelz.berale assaliva fiera– mente il fascismo dalla sinistra, e non lo fiancheggiava dalla destra come facevano i liberali crociani. Anche Matteotti, Carlo e Nello Rosselli sareb– bero "liberali" in questo senso. Ma per evitare equivoci e per rispetto a se stessi, si chiamerebbero repubblicani-democratici, o socialisti-democratici, o liberal-socialisti. Invece un liberale crociano è un liberale all'italiana. E non è agevole definirlo. In un secolo e mezzo di storia la parola si è imbevuta di tanti significati diversi, che dice troppe cose e quindi non ne dice piu nessuna che sia definita. C'è un abisso fra il liberale italiano del 1821, che andava in galera per rivendicare i diritti di libertà contro i governi dispotici, e il liberale italiano del 1946 che protesta indignato contro gli atti di violenza commessi dagli stalinisti, ma guarda dall'altra parte mentre i marinai della San Marco, i paracadutisti della Nembo e le truppe cattoliche polacche ne fanno di tutti i colori. C'è un abisso fra ii liberale italiano, che fra il 1848 e il 1870 spazzò via tutti i privilegi del clero cattolico e secolarizzò i territori pontifici nell'Italia centrale, e il liberale italiano del 1946 che va a dissertare su argomenti rugiadosi nelle aule dorate degli "intellettuali" vaticaneschi. Nell'insieme, se dovessi definire un liberale italiano nel 1946, io dovrei [dire] - col rispetto dovuto a quelle eccezioni che non confermano ma chiariscono la regola, - che è un conservatore il quale gioca continuamen– te di equivoco fra i parecchi significati con cui la parola "liberale" si è ca– ricata nella lingua italiana attraverso la sua storia: 1) oppositore della reazione dispotica e clericale: 1814-1848; 2) conservatore del regime monarchico-costituzionale-censitario, ma anticlericale, anticoncordatario e demolitore degli antichi regimi dispotici e chiesastici: 1848-1870; 3) conservatore che resiste alla ondata democratica, vi si adatta piu lentamente che può, e domanda ai clericali aiuto per resistere: 1871-1920; 4) fiancheggiatore del movimento fascista finché questo non distur– ba i diritti e i privilegi della oligarchia liberale: 1920-1925; 5) conservatore che è divenuto antifascista, ma si limita a negare il regime dittatoriale, rinviando all'avvenire ogni discussione su ogni altro problema: 1925-1943; 385 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=