Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari sima libertà di affermazione e di propaganda; "non rifiutare, quando non nuoce adoperarle, le eventuali coincidenze degli interessi liberali con le contingenze della politica ecclesiastica"; non mai dimenticare però che la rivendicazione cattolica della libertà "è precaria," e che quindi occorre "non intermettere mai la vigilanza e la difesa contro questo pericolo." Con– cordato, dunque, o non Concordato? Nel giugno del 1945, durante la crisi che condusse disgraziatamente Parri ad un ufficio di primo ministro, in cui non avrebbe potuto fare di meglio che andarsene al piu presto possibile, Croce si oppose alla pretesa dei clerico-democristi di mettere le mani nel ministero dell'Istruzione. Il "principio laico," egli disse, è un postulato essenziale del partito liberale, perciò il partito stesso "mai poteva cedere su questo punto, anche a rischio di rompere la coalizione dei sei partiti; non mai poteva permettere che il 1945 restasse memorando per questo atto gravissimo di aver lasciato passare, ~ col suo consenso, la presa di possesso del Partito democristiano, cioè della Chiesa Cattolica dalla quale sia pure soltanto idealmente questo partito dipende, del ministero della Pubblica Istruzione (...). Il Partito liberale si sarebbe irrimediabilmente compromesso e il suo presidente, che non poteva dirsi ignaro di questa logica politica e della correlativa storia, si sarebbe per– sonalmente disonorato. " 24 Gli azionisti e i socialisti non legati al carro di Togliatti, che avevano accettato senza ripugnanza il ministro dell'Istruzione clerico-demo-cristo, ricevettero da Croce una lezione che fu tutta a onore di Croce e tutta a disonore loro. Rimarrà Croce incrollabile su questo terreno di intransigenza "laica"? Concordato o non concordato? Il '"caro Bergamini" si è dichiarato in fa– vore del Concordato. Ivanoe Bonomi, che Croce, nel discorso al congresso liberale, dichiarò accettabile nell'ovile liberale-puro, si è dichiarato per il Concordato. Togliatti ha ricevuto da Stalin l'ordine di inghiottire il Con• cordato nella "sfera d'influenza inglese." Anche dei repubblicani - ne ho rammarico profondo, ma la verità è quello che è - sono disposti a met• tere sulla schiena della loro "repubblica qualsivoglia" il basto del Concor– dato mussoliniano. Bella, immortal, benefica fede ai trionfi. avvezza, scrivi anche questo! Che cosa farà Croce? Sarà portato dalle contingenze del momento ad inghiottire anche lui il Concordato, consolandosi col pensiero che la libertà insommergibile nel "corso spontaneo della storia del mondo" troverà sem– pre la via di ritornare a galla? La filosofia fu nel Medio Evo l'ancella della teologia; diventò nel Rinascimento la figlia primogenita e prediletta del pensiero libero; ne farà Croce, nel 1946, in Italia, una prostituta della politica clerico-savoiarda? Per il rispetto che noi dobbiamo, e che lui stesso deve, al suo passato, speriamo che ciò non avvenga. Frattanto parli chiaro: 24 G. ANDREOTTI, Concerto a sei voci. Storia segreta di una crisi, Roma, Ed. della Bussola, 1945, pp. 96-97. [ Il documento qui cit. è la lettera di B. Croce ad Alcide De Gasperi in data 20 giugno 1945, ora in CROCE, Scritti e discorsi politici, cit., voi. II, pp. 231-34. Sulla base di questo testo si sono corrette alcune imprecisioni contenute nella citazione di Salvemini: N.d.C.] 384 Bibloteca Gino Bianco

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