Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari da Enrico de Nicola; ed è risaputo - o almeno era un tempo risaputo - che tanto la necessità portava alla fusione, che si soleva notare che, quando il capo di un libera– lismo che aveva, pur con molto ardito spirito di riforma, alcune tendenze di destra, il Sonnino, prendendo per breve tempo il governo, presentava ottimi disegni di legge che non riusciva a portare a termine per l'insufficiente numero dei suoi seguaci e per la sua poca abilità parlamentare, il Giolitti, che gli succedeva, li ripigliava e li faceva votare lui. 19 Notiamo le parole "lasciando da parte le differenze teoriche e storiche tra liberalismo e democrazia, sulle quali io stesso ho molto battuto e che tengo ferme." Croce si è sempre dichiarato liberale (nel senso italiano) e non democratico nel senso che questa parola ha fra le persone di buona fede in tutti i paesi. Chi è democratico (sul serio e non a parole) intende che tutti i diritti personali e politici sieno eguali per tutti i cittadini senza distinzione di classe, religione, partito politico. Invece il liberale (nel senso italiano) considera i diritti personali e politici come privilegi innati delle ·~ sole classi possidenti e colte, da essere estesi con la massima lentezza e cau– tela possibile, e il meno che sia possibile, quando proprio non se ne possa fare a meno, e da essere frustrati per quanto è possibile con ogni cura possibile. Croce è stato sempre un liberale (nel significato italiano) che si è fatto gioco della dottrina e delle pratiche democ.çatiche e dei partiti de– mocratici. Ed ecco che oggi lo troviamo a braccetto coi democratici pur te– nendo ferme le sue antiche opinioni antidemocratiche. Cioè egli non solo continua ad essere liberale come Salandra e Sonnino, ma è anche diventato democratico come Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando e Bonomi. Croce, se vivesse in Inghilterra, voterebbe per i candidati conservatori e non per i candidati liberali, perché è un "liberale" all'italiana cioè un conservatore, e non un "liberale" all'inglese cioè un democratico. Ma non ha nessuna dif– ficoltà ad andare a braccetto con chi in Italia si dichiara democratico, per– cl1é in Italia oramai "democratico" significa "conservatore" il quale vuol far credere di non essere conservatore. Abbiamo potuto cosf assistere a uno spettacolo, che sarebbe stato im– possibile venticinque anni or sono in Italia. Il 27 settembre 1945, Croce ha fatto l'apologia dell'Italia "democratica," spiegando come qualmente l'Italia "dal 1860 al 1922, è stata uno dei paesi piu democratici dell'Eu– ropa." La storia italiana fu "una non interrotta e spesso accelerata ascesa nella democrazia." "Quel popolo o piuttosto quelle plebi, che i vecchi go– verni avevano lasciate miserabili e analfabete, e, (...) vergognosamente ser– vili," progredi nella salute fisica, imparò a leggere e scrivere nella scuola popolare, si riunf in associazioni e camere del lavoro, poté difendere i suoi diritti, ottenne l'arma dello sciopero, ebbe leggi protettive del lavoro, giunse al suffragio universale. I deputati socialisti, dapprima uno o due, salirono a piu di 150 nel 1919. Per chi morirono Matteotti, socialista, Amendola, 19 È lo scritto La fusione del Partito liberale-democratico nel Partito liberale, datato 8 agosto 1944, ora in CROCE, Scritti e discorsi politici, cit., val. II, pp. 62-64. Il corsivo è di Salvemini. [N.d.C.] 380 Bibloteca Gino Bianco

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