Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946 questioni, quando gli farà comodo, per accrescere la libertà cioè il pro– gresso civile. Altro è uno di quei programmi "panoramici," che Croce giustamente si rifiuta di adottare e raccomandare al proprio partito, e altro è quella generale "direttiva" che ogni partito deve avere. D'accordo che un pro– gramma, per quanto intelligentemente studiato e cautamente formulato, ha sempre in sé qualcosa di ipotetico, e quando si scende dalle intenzioni all'at– tuazione, esso deve subire alterazioni e deviazioni imprevedute; magari deve essere abbandonato per difficoltà insormontabili. Ma la generale diret– tiva di marcia resta. Il programma indicava quella direttiva. Se si è co– stretti ad abbandonarlo, è necessario sostituirlo con qualcos'altro che sia meglio adatto alle necessità presenti e che risponda sempre a quelle diret– tive. Un partito politico, che si rifiuta di avere idee concrete sui problemi immediati della vita nazionale, è un partito che non ha né una dottrina né una direttiva di marcia. Il partito liberale puro di Benedetto Croce la sua dottrina e la sua direttiva di marcia l'ha e come! Alterare meno che sia possibile lo statu quo. Dica Croce che questo è il suo programma, e tutti avranno il dovere di rispettare la sua opinione. Ma quando ci viene a dire che lui non ha nessun programma, egli insulta la nostra intelligenza. 9. Croce campione della democrazi·a Ed ecco possibile spiegare come mai 1'8 agosto 1944, due mesi dopo il discorso pronunziato da Croce al congresso liberale puro, i rappresentanti del "Partito liberale italiano," avente per santo patrono Benedetto Croce, e quelli della "Democrazia Liberale," avente per santi patroni Vittorio Emanuele Orlando ed Enrico De Nicola (Badoglio se ne stava prudente– mente nel retrobottega) deliberarono che i due partiti fondessero le loro forze. Il giornale della badogliana "Democrazia Liberale" che si stampava in Bari, fece precedere la notizia di questo fausto evento nel numero del 9 agosto 1944 con due auree sentenze, la prima crociana e la seconda mus– soliniana: "Noi lavoriamo sulla base della libertà per tutte le libertà. Chi vuole capire capisca e chi non vuol capire dica quel che vuole a chi gli . ,, piace. Benedetto Croce in persona nello stesso foglio commentò nei termini seguenti l'inizio della novella istoria: È una fusione che doveva naturalmente, ossia logicamente accadere. Perché, lasciando da parte le differenze teoriche e storiche tra liberalismo e democrazia - sulle quali io stesso ho molto battuto e che tengo ferme, - sta di fatto che, nell'uso sempre nuovo che assumono le parole, "democrazia 11 nei paesi liberi di Europa e di America è diventata sinonimo di ciò che noi chiamiamo "liberalismo 11 e continuiamo a chiamare cosf per le ragioni teoriche e storiche a cui ho accennato e delle quali forse siamo piu istruiti e piu consapevoli che non si sia altrove. In Italia, liberale-democratico era fino al fascismo un gran partito., rappresentato, fra gli altri, da Giovanni Giolitti, e nell'Italia meridionale 379 Bibloteca Gino Bianco

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