Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Scritti vari sta non riconosce se non se stessa e la storia, cioè la determinatezza delle condizioni particolari in cui via via s'incarna, né può anticipare logica– mente la configurazione della realtà storica a cui i suoi componenti sono chiamati a collaborare per la loro parte: come soldati, di cui ciascuno at– tende unicamente a combattere nel luogo e nel modo destinatogli secondo la sua capacità e che, animato dall'amore della patria, obbedisce al dovere, ma non in grado di anticipare l'andamento che avrà la battaglia, il quale non dipende dalla sua ma da innumeri altre volontà e azioni, e non solo dei suoi camerati, ma degli avversar1 e, di sopra a tutti costoro, della for– tuna, della provvidenza o di Dio: andamento che descriveranno poi gli storici quando la battaglia sarà chiusa. " 18 Prendiamoci la testa nelle mani e vediamo di ridurre alla misura della nostra piccola intelligenza queste solenni circonvoluzioni. In fondo Croce vuol dire che il partito liberale puro non può assumere nessun impegno ~ per nessun programma ben definito, ma si riserva di ricavare caso per caso dall'arsenale delle "utili esercitazioni mentali" dei suoi seguaci (e per– ché no? dei seguaci di tutti i partiti) quei ritrovati che via via esso giudi– cherà appropriati alle opportunità del momento. E quei ritrovati, quando sieno stati adottati dal partito liberale puro, saranno sempre le necessità permanenti della storia, della provvidenza, di Dio o della fortuna, perché il partito. liberale puro imbrocca sempre quello che è "intrinseco e perpetuo all'idea della libertà." Croce avrebbe ragione se rifiutasse i programmi che descrivon fondo a tutto l'universo e che sono dettati dal proposito di creare un'aspettazione apocalittica di palingenesi totali. Ma altro è rifiutare quelli che Croce chia– ma "programmi panoramici," altro è il silenzio ermetico sulle riforme che il Partito liberale deve promuovere o respingere oggi, in Italia, 1946. Il problema della monarchia e della repubblica è appunto uno di quei pro– blemi, che si presentano oggi come urgenti e debbono essere affrontati uno per uno oggi. Deve l'Italia oggi conservare un esercito e una flotta, che non potrebbero fare la guerra, ma servirebbero solo come guardia bianca intorno alla famiglia reale o come legioni di mercenari al servizio di go– verni esteri pagate dai contribuenti italiani? Deve l'Italia oggi conservare i poteri tradizionali dei prefetti sulle municipalità, oppure deve fare delle municipalità italiane altrettante repubbliche autonome come le municipalità svizzere, inglesi, americane? e in quali limiti, e con quali cautele? Deve l'Italia oggi conservare il concordato mussoliniano o deve abolirlo, e con quale procedura? Deve l'Italia oggi lasciare piu o meno intatte le istitu– zioni cosf dette corporative fasciste, o le deve abolire e con quali provve– dimenti transitori? Deve l'Italia oggi riformare i contratti agrari che inca– tenano i lavoratori della terra a una vita inumana, e come? Le domande si possono moltiplicare. 11 partito liberale puro non può rispondere a que– ste domande che lui non fa programmi ma si riserva di occuparsi di quelle 1s Ibidem, p. 127. [N.d.C.] 378 Bibloteca Gino Bianco

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