Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946 e contingenti interessi diretti a sorreggere un re che non si sorreggeva da sé." Ma oramai la questione personale del re è superata, cosa fatta capo ha, e dopo quella distrazione passeggera il partito democratico-liberale è diventato altrettanto schietto quanto il partito liberale puro. Il guaio purtroppo è che il partito democratico-liberale è un partito come tutti gli altri, e si batte per la monarchia contro la repubblica. Invece il liberalismo puro di Croce ritiene che "monarchia e repubblica possono essere entrambe a volta a volta liberali e illiberali," e quindi non è il caso di discutere un problema inattuale di quel genere. Il liberalismo puro piu che un partito è un. "pre-partito" che si limita a domandare la libertà per tutti. Non appena ogni pericolo per la libertà di tutti sia passato, esso de– porrà le armi e se ne tornerà con Croce "al suo posto e al suo grado di deità sempre presente ed operante, ma non piu oggetto di contese e di disconoscimenti." Ma neanche questa differenza è tale da impedire la fu– sione. Ricordiamoci che Croce la sua teoria della indifferenza innanzi al problema monarchia-repubblica non la oppone mai ai monarchici. Egli la oppone solamente ai repubblicani per mettere lo statu quo, cioè la monar– chia, al riparo dai loro assalti. Non solamente il liberalismo puro si rifiuta di lasciarsi trascinare nelle controversie fra monarchia e repubblica, ma non s'impegna neanche su nes– sun programma. I programmi sono "individui e mobili, secondo gl'infìniti e individui problemi che si presentano, secondo le infinite e individue con– dizioni di fatto, secondo luoghi, tempi e occasioni." Il partito liberale "in– tende affrontare in concreto uno per uno tutti questi problemi, secondo l'or– dine e l'urgenza con cui via via si presentano e risolverli in modo confa– cente a queste condizioni, spregiudicatamente, sempre avendo dinanzi il fine supremo del mantenimento e dell'accrescimento della libertà, cioè del pro– gresso civile. Donde la sua ripugnanza ai bei programmi panoramici" (Per la nuova vita dell'ltali·a, pp. 123-124). 16 Secondo Croce, il partito liberale puro "esorta e, come meglio può, incita e comanda ai suoi componenti di prepararsi alle piu varie evenienze e necessità con gli stud1 da condurre, ciascuno in rispondenza alle sue at– titudini, esperienze e competenze, ciascuno per la sua parte piu compren– siva o piu ristretta, in tutti i campi dell'economia, e desidera e chiama intorno a sé i conoscitori e i tecnici, e forse raccoglie o è in grado di racco– glierne, rispetto ad altri partiti, maggiore e, in ogni caso, non minore nu– mero, perché esso ha il suo principale vivaio nei campi della cultura e del sapere. " 17 E crepi la superbia. Ma dopo avere fatto tanti studi che cosa ne faranno i seguaci del partito liberale puro? Non metteranno insieme le loro conclusioni? E che cosa sarà l'insieme di tutte quelle conclusioni, se non un "programma"? Sissignori, risponde Croce. Ma quelle "utili eserci– tazioni mentali" non sono intrinseche all'idea della libertà, perché "que- t6 Cfr. ibidem, pp. 124-25. [N.d.C.] 11 Ibidem, pp. 125-26. [N.d.C.] Bibloteca Gino Bianco . . - ,

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