Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che ' cosa e un "liberale" italiano nel 1946 pubblica" le persone pericolose al nuovo assetto politico. Come designare queste persone pericolose? "Bisogna esser severi con le persone dei gradi alti, e indulgenti con la grande moltitudine dei gradi inferiori e umili." Se fra questi umili vi erano di quelli che fecero il male per conto pro– prio, "con una sorta di eccesso di potere," anche quelli dovevano essere eliminati. Ma "anche tra coloro che (...) hanno coperto alte cariche, vi sono gli ignari, gli illusi, gli ingenui e gli storditi" e "sono talvolta uo– mini che hanno, per altri riguardi, capacità d'ingegno, ricchezza di sa– pere, bontà d'intenzioni e anche di opere." Molti di coloro che erano stati epurati o si sentivano minacciati dall'epurazione, si erano iscritti o cerca– vano iscriversi al Partito comunista nella speranza di salvarsi dalla mala ventura. Questo era un buon segno. Precisamente. Era buon segno! Il Par– tito comunista, prendendo sotto le sue ali quei convertiti, si dimostrava de– gno dell'Italia, "paese di antica cultura e di fine intelligenza. " 14 Se Croce avesse detto che per il semplice fatto di avere partecipato alla Marcia su Roma un ragazzo che aveva allora venti anni non doveva essere punito, o che l'essere stato sciarpa littoria senza essere stato asso– ciato a vere e proprie cattive azioni non giustificava una punizione, avreb– be avuto cento ragioni. Ma Croce faceva qualcosa di piu serio. Egli pren– deva le difese di coloro che avevano ricoperto alte cariche, e questo non solo se fossero stati ignari, illusi, ingenui, storditi, ma anche se avessero avuto capacità d'ingegno e ricchezza di sapere; bastava che avessero avuto bontà d'intenzione e fatto buone opere. Il semplice buon senso avrebbe dovuto dirgli che gli ignari, gli illusi, gli ingenui, gli storditi non me– ritavano davvero di essere lasciati a fare gli ingenui, gli storditi, gli ignari nelle alte cariche dopo la caduta di Mussolini dopo essersi goduti gli anni di Mussolini. Quanto a quelli che possedevano capacità d'ingegno, ric– chezza di sapere e altri simili qualifiche, la loro responsabilità era mag– giore. Né si vede a che razza di buone opere avrebbero essi potuto parte– cipare sotto un regime che era stato disonesto e malvagio in tutte le sue . . ' att1v1ta. Con quella lettera si iniziò la evoluzione che doveva condurre il par- tito liberale (cioè conservatore) di Croce a fondersi col partito liberale– democratico di Badoglio. Il connubio fu preannunciato da Croce il 4 giugno 1944 in un di– scorso al primo congresso del Partito liberale italiano (che si trova nel libro Per la nuova vi·ta dell'ltali·a, Napoli, Ricciardi, 1944). 15 Croce, dopo aver riconosciuto che nel passato il partito liberale italiano "si era congiun– to con talune anguste tendenze conservatrici nei concetti politici (...) e in quelli economici," era stato "immeschinito da anguste apprensioni politi– che conservatrici e da interessi angustamente concepiti di classi e gruppi 14 Il testo di questo scritto ora in CROCE, Scritti e discorsi politici, cit., vol. I, pp. 44-49. [N.d.C.] 15 È il discorso di chiusura, dal titolo Il Partito liberale, il suo ufficio e le sue relazioni con gli altri partiti, ora in CROCE, Scritti e discorsi politici, cit., val. I, pp. 119-41. [N.d.C.] 375 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=