Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946 Un altro principe di casa reale, il conte di Torino, faceva, durante la guerra, incetta di sapone per "sciacquare," come disse Mussolini a Ciano, "le sue trentacinquemila baldracche." Il piu buffo fra tutti questi augusti rampolli è il duca di Spoleto. Quan– do ne vanno in cerca per dargli la notizia che è destinato ad essere re di Croazia, lo scovano dopo ventiquattro ore di indagini, nascosto in un hotel di Milano, insieme a una sgualdrina. I delegati del suo futuro regno, col famigerato Pavelic in testa, lo trovano di loro gusto, quando lo vedono per la prima volta, ma Ciano pensa: "speriamo che non cambino quando lo sentiranno parlare." Data la ferocia della guerra civile in Croazia, il povero diavolo non ha nessuna fretta di entrare in possesso del suo trono. Quel h 1. 1 . c· "' d d d " c e eg 1 vuo e, scrive 1ano, e enaro, enaro e ancora enaro. Ebbene, che cosa debbono gl'italiani farsene di quella gente, special– mente dopo che il Re e suo figlio e il loro seguito se ne scapparono da Roma come ladri notturni abbandonando la città ai tedeschi e quindi com– mettendo quel delitto di diserzione innanzi al nemico, per cui tutti i codici militari di tutto il mondo comminano la fucilazione nella schiena? Tener– seli in casa? Regalarli al re d'Inghilterra? Regalarli al Papa? Sf? No? Di tanto in tanto ritorna a galla l'idea di mandare in soffitta il figlio e la nuora e il suocero e affidare il paese al decenne bamberottolo regio sotto una reggenza. Povero innocente, che colpa ha lui se suo padre e sua madre e suo nonno e tutti i cugini e procugini di suo padre e di suo nonno, sono quello che sono? Nessuna colpa. Ma di grazia quale aiuto gl'italiani troverebbero in quel bamberottolo nei prossimi anni, che saranno terribili, per emergere dal- 1' abisso in cui sono precipitati? Se si salvano da sé, mentre il bamberottolo mette la barba, dimostreranno di non avere nessun bisogno di nessun bam– berottolo né senza barba né con la barba. E se non riescono a cavarsela, si può sapere che cosa potrà fare il bamberottolo senza barba in mezzo a un popolo sciagurato che non abbia potuto produrre un nu1nero sufficiente di uomini capaci di salvarlo? Una reggenza, sarebbe stata sf, e no, una misura accettabile nell'autun– no del 1943, dopo che il Re e suo figlio si fossero levati dai piedi abdicando, mentre il bamberottolo con la madre erano rifugiati in Svizzera. Allora una "giunta" di tre o cinque uomini rispettati universalmente avrebbe potuto funzionare col titolo di "reggenti" da "governo provvisorio in attesa della costituente." Oggi, la reggenza significherebbe la perpetuazione della dina– stia savoiarda nel paese da essa rovinato. Croce accetta o respinge questa idea? S1 o no? Un re - galantuomo o briccone, intelligente o cretino, maggiorenne o minorenne che sia - è sempre, in qualunque paese, pernio e garante di determinati gruppi sociali. I generali, gli ammiragli, gli alti burocrati, i grandi proprietari, i grandi industriali, e tutti coloro che campano grazie al loro patronato o sotto la loro costrizione, hanno bisogno di un centro in– torno a cui raccogliersi e rimanere organizzati, e su cui fare assegnamento 373 Bibloteca Gino Bianco

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