Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

S crittz·vari ranza che si riformi intorno al giovane re quella fede e quella poesia che circondò la Casa di Savoia nei giorni del Risorgimento. " 8 Sarebbe meschinità rimproverare Croce per essersi fermato sulla posi– zione monarchica dopo non piu che poche settimane di oscillazioni repub– blicane. In periodi di grandi crisi storiche, i soli deficienti rimangono im– mobili come le ostriche legate allo scoglio. Quel che importa notare è che quando si trattava di sostenere per l'Italia la necessità delle istituzioni monarchiche, Croce faceva scendere la sua libertà dal cielo in terra per detur– parla con una non dissimulata dose di simonia monarchica. È solo quando la libertà minacciava di far simonia colla repubblica che Croce le fa obbligo urgente di tornarsene nella stratosfera. Croce insegna che "lo stabilimento e la ripresa della libertà non sono legate né logicamente, né storicamente alle forme monarchica o repubbli– cana" (intervista del 20 settembre 1944). E si ferma 11 senza ricavare nes- suna conseguenza da quella premessa. Lascia agli altri monarchici ricavare la conseguenza evidente che non c'è nessun motivo di prendersela calda contro la monarchia. Parum de Deo nihil de pr1:nci·pe. Anche l'inventore de L'Uomo Qualunque 9 vi dirà che non importa affatto se a capo del potere esecutivo vi è un re o un presidente, e perciò non c'è ragione di mandar via il re. · Croce ragiona come se la questione debba essere discussa sub specie ceternitatis nella stratosfera filosofica. Fosse proprio cosf, si dovrebbe discu– tere non solo di monarchia e di repubblica per omnia stecula sceculorum, ma anche da quale dinastia il popolo italiano dovrebbe lasciarsi letifìcare se si decidesse per la monarchia. Un Savoia? Un Borbone? Un Lorenese? Un Estense? Haile Selassie? Il Papa? Invece, la sola questione da discutere è se oggi·, in ltalz·a, la dinastz·a sabauda debba essere conservata o spazzata via. Nessuna repubblica è mai sorta nella storia perché i cittadini di un dato pae– se in un dato momento si sieno abbandonati a profonde meditazioni nel vuoto, e abbiano deciso che il figurino repubblicano era piu bello del figu– rino monarchico, o perché ritenessero, con Mazzini, che la repubblica è la forma logica della democrazia. Tutte le repubbliche, di cui si ha notizia nella storia, sorsero perché i re a furia di spropositi e delitti si erano resi odiosi e spregevoli. L'Impero di Napoleone I cadde in Francia nel 1814 dopo la disfatta militare. L'Impero di Napoleone III cadde in Francia nel · 1870 dopo la disfatta militare. L'Impero degli Czars cadde in Russia nel s Le frasi qui cit., tradotte evidentemente dall'inglese, sono contenute nello scritto Appello ai popoli delle nazioni alleate, richiesto a Croce dal "News Chronicle" di Londra, con un tele-– gramma pervenutogli il 20 dicembre 1943; il testo italiano originale, ora in CROCE, Scritti e di-– scorsi politici, cit., vol. I, p. 44, dice: "Ma gli uomini politici, [ ... ] se chiedono che sia al-– lontanata la persona del re e quella affatto insignificante del figlio a lui ubbidiente e che ha partecipato alla sua responsabilità, non intendono mutare la forma istituzionale del regno d'Italia, e perciò vogliono una Reggenza, pel minorenne principe di Napoli, sperando che intorno al giovinetto re, rampollo dei Savoia, rifioriscano quella fede e quella poesia che tesserono intorno alla casa di Savoia i nostri padri del Risorgimento." [N.d.C.] 9 Il settimanale "L'Uomo Qualunque," di intonazione satirico-politica, fu fondato a Roma dal giornalista Guglielmo Giannini nel 1944, e intorno ad esso si iniziò un omonimo movimento politico volto alla sistematica svalutazione di una direzione democratica del governo. [N.d.C.] 370 Bibloteca Gino Bianco

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