Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo industrie di base (siderurgiche, idroelettriche, chimiche, navali, ecc.) servono alla "difesa nazionale," e i capi militari hanno molto a cuore la "difesa . 1 " naz1ona e. Va tenuto presente anche il fatto che i capi militari, gli alti burocrati, i grandi uomini d'affari, e i gerarchi del partito non formano quattro masse compatte, ciascuna delle quali operi come se fosse un esercito in marcia. Legittimi contrasti di opinione, e basse rivalità e incon1patibilità personali, giuocano la loro parte nelle alte sfere fasciste come in tutti gli agglomerati umani. Infine, e non è cosa da poco, si d.eve tener conto degli umori perso– nali di Mussolini, anche se ciò potrà sembrare assurdo a quei marxisti di stretta osservanza per i quali la storia è fatta solo dalle "masse." In un re– gime dispotico la volontà, i capricci, il culto di sé, gli impulsi incontrollabili del despota hanno un campo di applicazione assai piu vasto che non le ini– ziative personali di un primo ministro in un regime libero. I Patti lateranensi del febbraio 1929 furono negoziati segretamente tra da una parte Pio XI e il suo segretario di Stato, e dall'altra Mussolini e non piu di due consiglieri. Nessun altro sapeva niente di quanto avveniva dietro le quinte. D'ata la sua assoluta ignoranza in materia di rapporti tra Stato e Chiesa, Mussolini commise errori enormi e fece concessioni quali nessun altro uomo politico italiano di buon senso avrebbe accettato. Perciò, quando il testo degli accordi fu reso pubblico, ci fu un gran malcontento tra gli alti burocrati e tra i capi del partito. Ma essi furono messi di fronte al fatto compiuto e non poterono rendere noti i loro timori. Quando sorge un contrasto tra un grosso uomo d'affari e un alto buro– crate, la tendenza spontanea di Mussolini è quella di schierarsi dalla parte dell'alto burocrate. Chiunque gli ripeta che lo Stato deve "disciplinare" l'ini– ziativa privata, è certo di risvegliare nel suo animo una nota di simpatia. Perché che cos'altro è lo Stato se non Mussolini stesso? Dare nuovi poteri allo Stato equivale a testimoniare della gloria di Mussolini, cosf come i cieli rendono testimonianza della gloria di Dio. Ma la sua propensione naturale è tenuta a freno dalla consapevolezza che non può trattare un grosso uomo d'affari come se si trattasse di un semplice "antinazionale," per il quale un posto in un'isola penale è sempre pronto. E quando i capi militari, preoc– cupati della "difesa nazionale," si schierano con i grossi uomini d'affari, come accade spesso, Mussolini sa che ogni resistenza sarebbe una follia. I capi militari potrebbero sciogliere la Milizia fascista in una sola notte e sostituire una loro dittatura a quella di Mussolini. Le spese 1nilitari sono salite da due miliardi e mezzo di lire nel 1922 a cinque miliardi nel 1934, e gran parte di questo denaro giace nelle casseforti dei grossi uomini d'affari. Tra questi gruppi, quindi, Mussolini deve muoversi con avveduta cau– tela, ora sacrificando il grosso uomo d'affari all'alto burocrate, ora l'alto bu– rocrate al grosso uomo d'affari, riconciliandoli con opportuni compromes- alla Guerra; nel 1930 lasciò il ministero della Guerra ed entrò al servizio dell'industria degli armamenti Ansaldo. In Italia tra i dirigenti delle grosse imprese capitalistiche, divennero nume– rosissimi dopo l'avvento del fascismo generali in pensione e generali in servizio attivo. 344 Bibloteca Gino Bianco

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