Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Fascismo, capitalismo e burocrazia assoggettarsi all'ispezione del governo. Lo Stato è disposto al salvataggio dell'uomo d'affari a spese del contribuente, ma l'uomo d'affari deve assogget– tarsi al controllo dello Stato, cioè dell'alto burocrate che ne è l'incarnazione vivente. In genere in questo suo tentativo l'alto burocrate si trova d'accordo con i gerarchi fascisti. Questi, quasi senza eccezioni, provengono dalla piccola borghesia intellettuale, e vivono di stipendi che non raggiungeranno mai i guadagni di coloro che in Italia sono chiamati "pescicani." Essi non dipen– dono piu, come accadde dal 1921 al 1926, dai quattrini dei privati capita– listi. Oggi in Italia chiunque voglia vivere una vita priva di" rischi deve diventare membro del partito e pagare il suo contributo annuo in propor– zione ai suoi mezzi. I funzionari del partito, quindi, hanno le proprie entrate. Anche la Milizia fascista non è piu mantenuta, come le squadre fasciste dei primi tempi, dalle elargizioni dei banchieri, dei grossi proprie– tari terrieri, e dei grossi uomini d'affari. Essa è mantenuta dai contribuenti. I capitalisti hanno perso il controllo finanziario della macchina. Il Partito fascista non è piu una organizzazione di mercenari al servizio del capi– talismo, ma è diventato una forza indipendente. Non soltanto; i sindacati fascisti hanno messo nelle mani dei gerarchi fascisti uno strumento formi– dabile, che sinora è servito a fare pressione sui prestatori d'opera, ma che potrebbe anche essere impiegato contro i datori di lavoro qualora essi osas– sero di porsi in contrasto con i capi fascisti. Se i capitalisti smettessero di accettare le direttive politiche del partito, il partito potrebbe facilmente ster– zare a sinistra. In tal modo, seppure protetti, i datori di lavoro sono al tempo stesso intimiditi. Non è la prima volta nella storia che i mercenari sono diventati padroni dei loro padroni. · Fortunatamente per loro, i grossi uomini d'affari hanno molte frecce per il loro arco. La piu parte dei giornali non potrebbero esistere senza le loro sovvenzioni. Chiunque abbia in mano un giornale importante e lo possa distruggere semplicemente con l'abbandonarlo alle sue sole forze, può eser– citare una grande influenza sopra un governo che è incapace di fare a meno della piu spettacolare pubblicità. Inoltre, un alto burocrate può sempre integrare il suo stipendio nor– male con emolumenti extra, non appena un grosso uomo d'affari gli abbia fatto capire in che consiste il suo vero dovere. C'è uno scambio continuo di personale tra l'alta burocrazia e le imprese private. 1 Anche i capi militari hanno i loro legami con il grande capitale. 2 Le t Nel settembre 1933, un "tecnico" del regime, l'ex-ministro Belluzzo, scrisse: "Gli uomini di grande valore e di grande esperienza nelle cose e nelle persone, i migliori elementi della buro– crazia italiana, [ ... ] sono da anni passati nei quadri della confederazione dei datori di lavoro, che governanoinvece dello Stato l'economiadella nazione, 11 e che hanno "creato uno Stato nello Stato per servire particolari interessi che non sono sempre in armonia con quelli generali della nazione'' (cit. in "Libertà," Parigi, 21 settembre 1933). 2 Ad esempio, Ciano, uno dei piu fidati consiglieri di Mussolini, prima e durante la guerra era un ufficiale di marina; a guerra finita, entrò nei cantieri navali Orlando; nell'ottobre 1922 venne a far parte del ministero Mussolini, e le sovvenzioni per le costruzioni navali e per la marina mercantile entrarono nella sua sfera di competenza. 11 generale Cavallero, al termine della guerra, lasciò l'esercito ed entrò alle dipendenze della Società Pirelli; nel 1925 egli divenne sottosegretario 343 Bibloteca Gino Bianco

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