Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo 1932, oltre 8,5 miliardi di lire erano stati sborsati dal governo per aiutare le industrie depresse (Rivista Bancaria, 15 dicembre 1932, p. 1007). Dal di– cembre 1932 al 1935 la spesa deve essere raddoppiata. 2. L'intervento del governo ha costantemente favorito il grande capi– tale. Come scrive un corrispondente dell'Economist (27 luglio 1935): Sinora, il nuovo Stato corporativo consiste soltanto nella formazione di una nuova e costosa burocrazia, dalla quale quegli industriali che possono spendere le somme neces– sarie, riescono ad ottenere quasi tutto ciò che vogliono e ad attuare la peggiore specie di pratiche monopolistiche a spese dei piu deboli che in questo processo rimangono schiac– ciati. Le piccole imprese e quelle di media dimensione sono state abbandonate a se stesse e poste nell'alternativa di bere o affogare senza alcun aiuto esterno. Il 26 maggio 1934, Mussolini affermò che "tre quarti dell'economia italiana industriale e agricola," si era trovata in condizioni di necessità ed ~ era stata aiutata dal governo. 4 Questa era un'esagerazione. Avrebbe dovuto dire tre quarti delle grandi imprese nel settore bancario, industriale, cantie– ristico, ecc. 5 3. Per evitare il crollo delle grandi imprese che erano sull'orlo della rovina, il governo creò alcuni istituti pubblici con il compito di prendere le azioni delle società salvate assumendone il controllo sino a che esse non si fossero rimesse in sesto. Mussolini descrisse questi istituti come "un conva– lescenziario dove vengono collocati in osservazione e in cura degli organismi piu o meno deteriorati. " 6 Questi istituti sor10 stati salutati come gli stru– menti di una economia controllata. Sta di fatto che di nessuna delle imprese per il cui salvataggio il governo ha imposto gravi sacrifici ai risparmiatori, esso ha assunto la gestione diretta. Gli istituti governativi si limitano a tenere nelle loro casseforti le azioni delle imprese che hanno salvato, aspet– tando il giorno in cui il mercato darà segni di una ripresa; quando questo avverrà, le azioni ridiventeranno capitale privato. Nei confronti dei grossi uomini d'affari, il governo è in posizione simile a quella di Moor nella tra– gedia di Schiller, F1:esco: quando Moor ha commesso l'assassinio, egli deve sparire. Dopo aver reso i servigi richiesti dal grande capitale, il governo deve ritirarsi sullo sfondo e lasciare il campo libero all'iniziativa privata. La Car– ta del lavoro dice che l'intervento dello Stato nella vita economica quando l'iniziativa privata sia insufficiente, può assumere la forma del controllo, dell'incoraggiamento, o della gestione diretta. Ma essa dice anche chiara– mente che l'iniziativa privata è lo strumento piu efficace e piu utile nell'in- 4 MUSSOLINI, XXVI, p. 256. 5 Nel suo discorso all'adunata della Confederazione fascista degli industriali, il 5 ottobre 1934, Pirelli disse: "Ed è bene dire a quelli che, anche al di là delle frontiere, hanno svisato il significato delle parole del Capo [che i tre quarti delle attività economiche industriali e agricole sono sulle braccia dello Stato], che la grande crisi ha portato al convalescenziario di Stato soltanto un piccolo numero di aziende di alcune categorie. La quasi totalità delle medie e piccole aziende di tutta Pindustria [ ... ] e la grande maggioranza delle aziende di maggior mole, salvo che per poche categorie, ne sono completamente estranee" ["L'Organizzazione Industriale," 15 ottobre 1934: N.d.C.] 6 Al Senato, il 13 gennaio 1934: MUSSOLINI, XXVI, p. 149. 340 Bibloteca Gino Bianco

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