Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo con i tecnici eliminando del tutto la direzione capitalistica. La proprietà dei "mezzi di produzione, distribuzione e scambio" deve essere tolta ai privati e affidata alle corpora– zioni stesse. Mussolini, con il suo eccezionale intuito demagogico, si guarda bene dallo scoraggiare questo genere di speculazione. I bolscevichi russi elimi– narono in un colpo solo capitalismo e democrazia. Mussolini ha cominciato con la democrazia. Il turno del capitalismo verrà piu tardi. Una dittatura fascista capace di dissolversi in una dittatura comunista è un buon tema per un giornalista alla caccia di "belle favole." Ma Mussolini neppure scoraggia speculazioni di segno assolutamente contrario. Il direttore del Da,:ly Herald, dunque, trovò in Italia anche una destra fascista: D'altra parte i fascisti conservatori, e naturalmente gli industriali, sono decisi a non ·~ permettere sciocchezze. Essi sperano di trovare nella corporazione uno strumento mediante il quale tenere gli operai piu efficacemente sotto controllo, e mediante il quale loro stessi possano sottrarsi in gran parte agli interventi invadenti del governo e del partito, di cui oggi si lamentano aspramente. Una parte spera che all'interno della corporazione i datori di lavoro avranno il sopravvento e che in effetti domineranno gli altri. L'altra parte spera che saranno i lavoratori ad avere il sopravvento. "Non c'è stata alcuna espropriazione nell'industria," cos1 il segretario della confederazione industriali dichiarò a Lachin nell'inverno 1935. Anche il segretario della confederazione agricoltori affermò che il principio della espropriazione non era mai stato applicato nel settore agricolo: Soltanto in circa venti casi la direzione di una azienda è stata tolta dalle mani di proprietari che avevano coltivato in modo insufficiente i loro possessi, ed è stata affidata alla sezione provinciale della confederazione agricoltori. Ciò non vuol dire che il diritto di proprietà sia stato violato. Quanto alle corporazioni, gli industriali non temono affatto che diven– tino proprietarie dei mezzi di produzione e di distribuzione, come invece sperano alcuni fascisti di sinistra: Questa tesi non è mai stata sostenuta ufficialmente. Una simile tendenza non ha mai avuto la sanzione del nostro Duce. Al contrario, Mussolini ha sempre affermato di non volere uno Stato proprietario e ha sempre difeso la proprietà privata e l'iniziativa individuale (...) Il giorno in cui la corporazione travalicasse questi limiti, si aprirà una discussione e noi diremo la nostra. Non ci lasceremo privare della nostra proprietà. Anche i banchieri non presero molto sul serio le pretese dei nullatenenti di partecipare attivamente alla direzione delle banche. "Codeste sono aspi– razioni che rimarranno allo stato di aspirazioni," dichiarò un "molto rive– rito personaggio del mondo della finanza." ''Non abbiamo affatto deciso di lasciarci espropriare. Siamo convinti che il capo del governo non seguirà questa linea d'azione. " 5 s LACIDN, La IVe ltalie, cit., pp. 204, 205, 206, 222, 245. 332 Bibloteca Gino Bianco

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