Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo nazionali." Una legge del 25 marzo 1926, effettuò una vera "serrata" a favore degli avvocati già affermati nella professione: un r1uovo venuto non può esercitare la professione se prima non ha fatto cinque anni di pratica; per ottenere l'iscrizione nell'albo, egli è tenuto a superare un esame di con– corso, e il numero di posti messi a concorso è sempre molto inferiore a quello del numero di avvocati che sono morti: ogni anno sono iscritti all'albo, in media, solo dieci nuovi avvocati in tutta Italia, sebbene vi siano circa 200 posti vacanti.5 Di conseguenza, nel 1929, il numero di avvocati scese a 25.353, cioè 64,21 per 100.000 abitanti, e era prevista per il futuro una graduale diminuzione. Ma tale diminuzione, anche se bene accetta a coloro che ebbero l'accortezza di nascere trent'anni fa, non è fatta per infon– dere gioia in tutti coloro di età meno matura. Nel 1913, le varie facoltà di giurisprudenza produssero 1.812 laureati; nel 1927, i laureati furono 1.762; 1.918 nel 1928; 2.240 nel 1929; 2.197 nel 1930; 2.204 nel 1931; 2.246 nel 1932. Se si considera l'aumento di popolazione che si è avuto tra il 1913 e il 1932, si può dire che il numero di avvocati prodotti non è aumen– tato, anzi, è piuttosto diminuito. Ma da questa situazione quale vantaggio ricavano i nuovi venuti se, tra loro, solo uno su duecento riesce a entrare nel paradiso dei privilegiati? Nella seduta alla Can1era del 13 aprile 1932, un deputato invocò che, "quando vi sono giovani che vengono dalle università e chiedono di lavorare," non si chiudessero loro "le porte in faccia," e deplorò "il contegno di qualche anziano della professione forense," i quali, "dando una prova evidente e clamorosa di malcelato egoismo,,, non vogliono che i giovani, "che pure hanno dei meriti di fronte al fascismo," entrino nella professione. 6 Ma il giorno seguente il ministro della Giustizia affermò che la classe forense era "fra le classi piu colpite dalla crisi," e che "il nume– ro degli avvocati andava crescendo in modo assolutamente sproporzionato al lavoro " 1 ; era perciò necessario che le ammissioni all'albo fossero limitate: pensassero le famiglie a scegliere altre strade per i propri figli! Le famiglie italiane non avevano aspettato il consiglio del ministro per cercare altre strade. Molti giovani si indirizzavano alle facoltà di scienze politiche, di economia, o alle scuole di economia aziendale. Queste ultime rilasciarono appena 238 diplomi nel 1913; ma 789 nel 1928; 904 nel 1929; 1.180 nel 1930; 1.020 nel 1931; 1.332 nel 1932. Tutti costoro sono ancora altrettante persone che cercano affannosamente un lavoro. Molti laureati in giurisprudenza o in scienze politiche dovrebbero essere assorbiti dalla burocrazia statale o da altri enti pubblici. Ma dopo tante "purghe,, non ci sono piu funzionari "antinazionali" da licenziare. I bi– lanci dello Stato, delle provincie, dei comuni, delle associazioni legali, delle organizzazioni di partito, non permettono la creazione di nuovi posti se al tempo stesso non si aumentano le tasse, cosa difficile a farsi nella presente 5 Notizie date dal presidente la Corte di cassazione, Mariano d'Amelio, in "Corriere della Sera," 26 gennaio 1932. 306 6 A. P., Camera, Legislatura XXVIII, Discussioni, vol. VI, pp. 6278, 6281. ' Ibidem, pp. 6325-26. Bibloteca Gino Bianco ;,

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