Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo savano al lavoro; andava tutto bene finché dormivano, perché allora non pensavano affat– to, almeno coscientemente. Le loro ore di tempo libero erano un pericolo per tutta la nazione. 10 Allontanare tale "pericolo" è la ragione principale per cui si è fondato il Dopolavoro. E il reverendo Fox, quel degno servitore di Dio, dette la sua piena approvazione alle suddette parole, sebbene sospettasse che un tale sistema "potrebbe essere non applicabile in altri paesi." In un paese come l'Italia, "dove mancano iniziative private o locali, era probabilmente inevi– tabile che lo Stato intervenisse con un piano centralizzato; forse per rico– stituire la nazione l'Italia aveva bisogno di un governo paterno." In ogni modo il Dopolavoro non servf soltanto a tener lontano i lavoratori italiani dalla pericolosa abitudine di pensare; esso fu anche "un mezzo per impedire ai lavoratori di buttar via denaro e confondersi il capo nelle osterie quando alla fine della giornata tornano stanchi dai campi o dalle fabbriche." Il metodo della propaganda è sempre quello: piu male si dice degli italiani, piu la dittatura appare giustificata. "Per esaltare un regime, non esitano a disonorare un popolo. " 11 Non tutti i fascisti consentono con il reverendo Fox. Alcuni di loro ammettono che al principio, nel Dopolavoro, "non mancarono coloro (i piu furbi, perché allora era il tempo della furberia) che non ci videro altro che un trucco per 'addomesticare il proletariato,' " 12 ma insistono che questi si sbagliavano: Siamo sinceri: in una parte della vecchia classe dirigente italiana (...) è prevalso per lungo tempo il concetto che le creazioni del fascismo in senso popolare fossero piu che altro diversivi o specchietti per far dimenticare alle masse la loro posizione subordinata. Ora, questa concezione puramente tattica e opportunistica deve essere battuta in breccia; perché accettandola si ridurrebbe la Rivoluzione ad un'abile burla fatta al popolo italiano, presentandogli idoli in cui nessuno crede. Farse di questo genere non sono concepibili nel– l'Italia di Mussolini; se qualcuno fosse rimasto in questo ordine di idee, la realtà si inca– richerebbe di smentirlo e il canzonato, alla fine, sarebbe lui. 13 Sinora, però, non ci son stati segni a dimostrare che i "piu furbi" si sbagliavano. Il Dopolavoro serve non solo per "addomesticare" i lavoratori, ma anche per spiarli. Agli inizi del 1932, un certo Testa, direttore del Dopo– lavoro negli stabilimenti Miani e Silvestri di Milano, fece affiggere agli in– gressi di tutti gli stabilimenti il seguente avviso: Seguendo i miei ordini, quattro nostri camerati e una donna sono riusciti a scoprire il complotto di una organizzazione radicale.. Abbiamo consegnato alla giusti.zia i parte– cipanti a tale complotto. Quei camerati hanno ricevuto il ben meritato premio di lire 150 per ciascuno. Firmato: tenente Testa. 14 10 H. W. Fox, Organising Leisure in Italy, in "Spectator,,, London, 6 febbraio 1932. 11 C. SFORZA, L'ame italienne, Paris, Flammarion, 1934, pp. 154, 159. 12 "Corriere della Sera," 22 ottobre 1932. 13 Ibidem, 5 luglio 1932. 14 Questo documento fu pubblicato a Parigi dal settimanale antifascista "L'Operaio Italia– no," 27 febbraio 1932, e la sua autenticità non è mai stata smentita (cit. trad.). 300 Bibloteca Gino Bianco

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