Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il Dopolavoro scientifiche, visitato musei, ecc. Nella vecchia era nessuno sapeva quanti individui tenevano sveglio il vicinato grattando il mandolino. Nel 1928 si poté conoscere che l'Italia era stata affiitta nel 1927 da 49 associazioni mando– linistiche, e che nel 1928 il flagello era salito a 225 associazioni (Tribuna, 8 maggio 1928). Da questo ultimo dato non appare che tra il 1927 e il 1928 mediante gli sforzi di Mussolini siano sorte 176 associazioni nuove, ma che piuttosto 176 vecchie associazioni furono scoperte e costrette in questo periodo a diventar "fascistizzate." I fascisti non sono ancora arrivati al punto di pubblicare statistiche sul numero di baci che sono stati scambiati sotto gli auspici del Dopolavoro, ma ci si arriverà presto, e la sconcertante cifra totale sarà attributa al genio di Mussolini. Per il momento, il Com– pendio Statistico (1934, p. 259) ci informa che nel 1933 gli iscritti al Dopo– lavoro avevano preso parte a esattamente 1.155.365 gite, spettacoli musi– cali, spettacoli cinematografici, attività sportive, ecc. Nell'estate del 1934, il complesso bandistico di Chieti, parato in camicia nera, fu mandato in giro per gli Stati Uniti a mettere in mostra il suo valore e a far vedere che, se non fosse stato per Mussolini, perfino l'arte di suonare il trombone e battere la grancassa sarebbero scomparse dall'Italia. La banda di Chieti era stata famosa per mezzo secolo. Il lavoratore che desideri una forma di ricreazione si deve iscrivere ad una delle istituzioni che dipendono dal Dopolavoro nazionale. Perfino per recarsi a pescare o giocare a bocce bisogna appartenere a un circolo control– lato dal Dopolavoro, e pagare le quote (cinque lire all'anno sino all'agosto 1930, e dopo di allora due lire e mezzo) sia all'organo nazionale, sia quote locali. In cambio, l'iscritto gode di vantaggi speciali: riduzioni al teatro, al cinema, e sui biglietti ferroviari, ecc. Gli iscritti ai sindacati hanno tutti il dovere di aderire al Dopolavoro. Tutti coloro che non provano alcun inte– resse per tali vantaggi, ben presto si trovano iscritti per ordine delle autorità superiori,8 e si provino a protestare se ne han coraggio! Tra le attività del Dopolavoro, ce n'è una degna di particolare men– zione perché è davvero nuova e meritevole: il "carro di Tespi." Una com– pagnia musicale e tre compagnie teatrali girano l'Italia motorizzate, tra– sportando attori, coristi, orchestrali, e tutto l'equipaggiamento necessario per metter su provvisoriamente dei teatri all'aperto in quelle località dove non esistono teatri regolari. Secondo le statistiche ufficiali, nel 1933 le tre com– pagnie teatrali visitarono 114 località, e la compagnia musicale, 49. 9 Un fascista italiano rivelò al reverendo H. W. Fox quale fosse una seria mancanza nella vita italiana prima dell'avvento del fascismo: Il guaio era che prima della guerra i nostri lavoratori avevano l'abitudine di occu– parsi e parlare troppo di politica. Andava tutto bene finché lavoravano, perché allora pen- s Ecco quanto ebbe a dire, alla presenza del segretario provinciale del Part; to fascista, il 12 maggio 1934, il presidente del Dopolavoro degli stabilimenti Fiat cli Torino: "L'anno scor– so l'adesione volontaria dei dipendenti Fiat al Dopolavoro ha raggiunto il 75 per cento, e di con– seguenza lo stesso segretario federale ha potuto sanzionare, con la obbligatorietà dell'iscrizione. la maturità dell'organismo" ("La Stampa/' 13 maggio 1934). 9 "Resto del Carlino, 11 2 febbraio 1934. 299 Bibloteca Gino Bianco

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