Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Il 5 dicembre 1926, apparve sui giornali la seguente dichiarazione: Il segretario generale del partito ha innanzi tutto deciso che il Comitato olimpico nazionale italiano sia considerato come un organo alle dipendenze del partito (...). Per– tanto le attività che riguardano l'educazione fisica e sportiva dovranno essere inquadrate dal C.O.N.I. 5 . Questa decisione suscitò sorpresa in Italia e proteste all'estero, poiché si era sempre ritenuto che lo sport non fosse né fascista né antifascista. Per far cessare questi "molteplici commenti allarmistici," il 19 dicembre 1926, il segretario generale del partito annunciò sui giornali che il provvedimento non aveva "assolutamente il significato di costrizione da esercitarsi sulle fede– razioni, né sulle società, né sui singoli atleti"; ma aggiungeva: Poiché ormai tutta o quasi tutta la gioventu italiana è fascista, era logico che fosse :, sentito il bisogno - nello stesso modo come tutto ciò che è italiano si pone sotto la ban– diera nazionale - di inquadrare anche il mondo sportivo all'ombra del Littorio. Bisogna non dimenticare che lo sport non cura solo lo sviluppo fisico della razza, ma è suscettibile di fenomeni morali e politici e legato ad interessi economici che debbono essere seguiti e vigilati. 6 Ciò significava che quelle associazioni sportivé le quali rifiutassero di sottomettersi alla tutela fascista sarebbero state subito sciolte. 7 Molte sale da ballo di proprietà privata furono chiuse "per ragioni di moralità," e chiunque volesse ballare doveva iscriversi al Dopolavoro e farlo ali'ombra del Littorio. Non occorre dire che una valanga di statistiche sono state messe in circolazione per far vedere quanti lavoratori in un certo anno hanno fatto dell'alpinismo, preso parte in gare sportive, assistito a conferenze letterarie e mentò la cosa: "In seguito al decreto del prefetto di Ravenna, si stabilisce il principio, vera– mente nuovo in Italia, che una proprietà privata - perché legalmente la ex Casa del Popolo di Ravenna era di proprietà privata di alcuni cittadini - può essere espropriata senza indennizzo a vantaggio di enti cui l'autorità governativa crede opportuno affidarla. Naturalmente il prov– vedimento del prefetto di Ravenna ha carattere politico assai piu che giuridico. Ma esso po– trebbe avere ripercussioni immense in tutto il campo del diritto. La proprietà privata non è dunque intangibile in Italia; e noi non staremo davvero a dolercene del tutto." 5 "Corriere della Sera," 5 dicembre 1926. [N.d.C.] 6 Ibidem, 19 dicembre 1926. [N.d.C.] .., I giornali del 14 settembre 1933 riportarono che il segretario generale del partito, nella sua qualità di presidente del comitato olimpico nazionale, aveva nominato i presidenti delle va– rie associazioni sportive italiane, le quali sono tutte sotto la giurisdizione del comitato olimpico. Perfino l'Associazione italiana scacchi deve essere presieduta da un fascista nominato dal segre– tario generale del partito. Il settimanale inglese "The Observer," 15 aprile 1934, che è sem– pre stato entusiasta di Mussolini, annunciò che nella Federazione italiana golf tutti i presidenti, segretari e direttivi dei club devono ora essere italiani: "Tutti i club devono ottenere il consen– so della commissione federale del golf (un organo subordinato alla federazione) prima di orga– nizzare incontri tra club; essi devono informare in anticipo la federazione tutte le volte che de– cidono di tenere una riunione del direttivo; essi devono ottenere il suo consenso prima di as– sumere o licenziare il personale o fare mutamenti strutturali; tutti i giocatori in gara per una coppa devono pagare una speciale quota alla federazione; inoltre, tutti i giocatori non ita– liani devono pagare a questa organizzazione una imposta giornaliera speciale e ottenere una tes– sera per poter usare un campo da giuoco italiano." Il golf è uno sport che i turisti inglesi in va– canza in Italia praticano spesso; il che spiega perché il giornale inglese non vide con favore l'introduzione di queste norme e pose la seguente domanda: "Potrà sopravvivere a queste inno– vazioni il golf italiano?" Fintanto che queste stesse restrizioni erano state applicate ad altri sport, il giornale inglese non aveva nulla da obiettare; perché era naturale che agli italiani non fosse permesso di giocare neppure una partita a scacchi senza il controllo del partito al potere. 298 Bibloteca Gino Bianco

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