Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il Dopolavoro competitori italiani parteciparono a praticamente tutti i generi di sport nei giuochi olimpici che si tennero ad Anversa, facendo buona figura. Un corri– spondente del londinese Times, 10 luglio 1929, riconosceva che "lo sport in Italia era largamente praticato prima del fascismo": Nell'alpinismo, nel ciclismo, nella scherma, gli italiani primeggiano da lungo tempo, e alcune imprese ascensionistiche compiute dagli Alpini durante la guerra fecero grande impressione ai colleghi degli eserciti alleati. Sin dai primissimi inizi la bicicletta fu accolta in Italia con un entusiasmo che non si è mai spento. A partire dalla guerra, lo sport, e specialmente le gare, ha avuto un notevole sviluppo. In Italia, come altrove, l'aumento maggiore di popolarità è stato quello del giuoco del calcio. Le piccole associazioni fondate da residenti stranieri a Genova, Torino e Milano tra il 1893 e il 1899, si sono diffuse in tutta Italia. Nel dedicare una crescente attenzione a tutti i generi di sport, l'Italia era già alla pari con altri paesi. Questo articolo, tuttavia, fu scritto per sottolineare i meriti del fascismo anche in questo campo, cosicché il corrispondente non poté fare a meno di aggiungere che, grazie al fascismo, "il vecchio tipo di fannullone abi– tuale nei caffè e nelle osterie va gradualmente scomparendo." Anche il New York Ti·mes, 30 ottobre 1932, ebbe a dire: Gli italiani, nel complesso, sono dotati per natura di un ottimo fisico, solo che negli anni passati facevano poco esercizio fisico. Per la maggioranza di loro non c'era nulla di piu desiderabile che starsene seduti al caffè occhieggiando le ragazze, e quei pochi che si impegnavano attivamente in uno sport erano guardati dalla maggioranza con un certo compatimento. Ora le organizzazioni giovanili del Partito fascista consentono a ogni ra– gazzo di dedicarsi allo sport, e questo ha prodotto un generale risveglio di interesse. In altre parole, prima dell'" avvento del salvatore" l'Italia era piena di fannulloni, di beoni, e di zerbinotti. Poi venne Mussolini e luce fu. Non è possibile accertare quante erano nell'era prefascista le associazioni dedite ad attività atletiche, sportive, alla diffusione della c11ltura, ai diverti– menti per lavoratori, ecc., perché a quel tempo non si pensava affatto a porre queste istituzioni sotto il controllo di un singolo partito politico e a farne un rilevamento statistico. Nel 1925 tutte le associazioni atletiche e sportive, i gruppi corali, i complessi bandistici, le università popolari, le scuole serali, le biblioteche circolanti, i circoli ricreativi, ecc., furono "fascistizzati," o, come si dice oggi in Germania, gleichgeschaltet, furono costretti, cioè, ad aderire ad una orga– nizzazione nazionale che consisteva in un commissario governativo, una dozzina circa di comitati nazionali, direttivi, ispettori, ecc. 2 Gli edifici piu belli delle vecchie organizzazioni socialiste, come la Casa del Popolo di Roma 3 e il Palazzo Spreti di Ravenna,4 dopo essere stati confiscati, furono donati dal governo al Dopolavoro. 2 FANTINI, La legislazione sociale nell'Italia corporativa cit., pp. 430 sgg. 3 R. Decreto 24 gennaio 1929, n. 124. 4 La proprietà del Palazzo Spreti era nelle mani di un gruppo di eminenti socialisti, dato che i partiti politici non godevano la facoltà di possedere. Quando il prefetto di Ravenna trasferf ai fascisti la proprietà del palazzo, il quotidiano socialista "Avanti!'' 26 agosto 1926, cosf com- 297 Bibloteca Gino Bianco

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