Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Prefazione del curatore canza di chi·arezza di questo zi·nguaggio Salvemi·ni· attri·buiva, se non gi·à di nascondere, certo di· produrre "oblz·quità morale. " 52 È questa, in fondo, la cri.ti.cadi maggi·or peso che Salvemi·ni ri·volge non già al Croce polz.ti· co bens[ proprio alla sua filosofia, che nell' azi·one poli.ti.ca "di· parecchi, di· troppi z·taliani·" avrebbe prodotto "effetti deleteri·. " 53 "In quella filosofia il bi·anco di·venta mezzo nero e il nero mezzo bi·anco, la verità è mezzo erro– re e l'errore è mezza verità, z'l bene è mezzo male e ·il male è mezzo bene, non c'è galantuomo che non sz·a e non abbia i·l diritto o z'l dovere ( che è lo stesso) di essere mezzo mascalzone, e non c'è mascalzone che non sia di· fatto mezzo galantuomo, e cosl all'infini·to." Certo, Salveminz· aggi·unge, "se gli ·uomini f assero tutti·, sempre e senza oscz.llazi·onz·,galantuomini o bricconi i·ntrattabili" anche la filosofia di Croce non farebbe differenza alcuna. "Ma nella vita reale, - egli continua - fra le due ali· stabili - galantuomi·ni di qua, bri·cconi di là - oscilla una purtroppo vasta massa grigi·a di molluschi morali, specialmente nelle classi 1:ntellettuali. E su questa massa fiuida la filosofia - ci·oè, in fondo, la dottri·na sui· fini della vita umana, e quindi· sui· nostri di·ri.tti e doveri - eserci·ta una i·nfiuenza che può anche essere deci·s·iva." Proprio nei confronti di questi non pochi individui·, che in gran parte compongono la trania della nostra classe diri– gente, "la filosofia di Croce, col divz·dere in comparti·ment1: stagni· la po– li.tica e la morale, ha fornito il gri·maldello per scassi·nare tutte le serrature, 1: trampolini per qualunque capriola intellettuale, i sofismi per giusti.ficare qualunque turpitudi·ne. " 54 Salvemini·, si è già detto, non intendeva certo coi·nvolgere la persona stessa di Croce nella sever1:tà di questo g1:udizio; non solo ne riconoscerà "l' esempi·o mirabi.le di· vita passata laboriosamente negli studi·," ma anche alla digni.tà e al valore della "resistenza passiva op.– posta da Croce al fasci·smo dal 1925 al 1943," Salvemini non toglz·erà nul– la.55Al contrari·o, egli confesserà di essere stato soli.date con l'anti'fascz·smo di Croce, anche quando non ne aveva condi·vi"so le si"ngole affermazioni, finché si era trattato di "negare" 1:lfascismo. 56 Tuttavi·a, volgendosi· i·ndi·e– tro per valutare i·z s1:gni·ficatopratico di quel "no al fasci·smo" e mi·surarne gli· effetti· nella vi·ta polz"tz·ca itali·ana, Salvemi"ni riteneva di dover ancora procedere ad una precz·sazz·onee ricordare come di fronte all'esempi·o attivo di uomz·ni che avevano rz·sch1:ato il pane, la libertà e magar,: la vz·ta, per testi·monz'are contro zi fascz·smo quando ogni speranza d·i successo pareva illusi·one, il no di· Croce i·nvece era ri·masto sempre un no quieti.sta. Per quello che nella Resistenza italz·ana e, pz·u z·n generale, nella tradz.zione della nostra vi·ta civz·ze poteva valere questo esempio d·i opposizione attiva, esso 1 non andava confuso con l'antz'fascismo di Benedetto Croce. 52 G. SALVEMINI, Una pagina di storia antica, "Il Ponte," febbraio 1950, p. 127. 53 Che cosa è un "liberale" italiano nel 1946, p. 363 in questo volume. 54 Ivi, pp. 363-64; e cfr. Una pagina di storia antica, cit., p. 129. 59 Cfr. La politica di Benedetto Croce, pp. 459-60 in questo volume. s6 Ivi, pp. 452-53. BiblotecaGino Bianco XXVII

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