Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Donne e fanciulli nelle fabbriche e la "battaglia" contro l'analfabetismo dai 30 ai 40 anni 16,3 per cento, oltre i 40 anni 7,1 per cento. Ciò dimostra come soprat– tutto le giovani operaie siano soggette al rischio di malattia. In un congresso nazionale dei funzionari dei sindacati industriali, tenuto a Roma il 13 luglio 1934, uno di essi lamentò "come si vada sempre piu generalizzando l'abitudine di occupare ragazzi di età inferiore e le donne in alcuni caratteristici lavori a tutto danno dei prestatori d'opera adulti. " 5 Dal Lavoro Fascista, 1° settembre 1934, prendiamo la seguente notizia: A Sesto v'è uno stabilimento che fabbrica accumulatori elettrici; la lavorazione a base di acidi e piombo, è fatta per buona metà da maestranza femminile, costretta a por– tare pantaloni, gambali e maschera. Ai vecchi tempi, amministrazioni locali, associazioni private, e singole persone sensibili all'interesse pubblico mantenevano asili e distribuivano ai bambini di famiglie povere che andavano alle scuole elementari refezione, vestiario, libri e cancelleria. Il governo centrale incoraggiava tali iniziative sovvenzionandole. Nel 1915 c'erano in Italia 4.587 asili che nel 1922 avevano raggiunto la cifra di 5.902. Per provvedere ai 2.500.000 bambini dai tre ai sei anni di età, ci sarebbero voluti almeno 25.000 asili. Quelli esistenti basta– vano per appena 397.610 bambini. Molti di questi asili, inoltre, erano situati in ambienti inadatti o assolutamente malsani, e erano affidati a personale in– segnante impreparato e in condizioni di vita precarie con un reddito incerto. 6 Tutti provavano vergogna di un tale stato di cose. Finalmente, nel fatale ot– tobre del 1922, si aprf la nuova era. Con l'anno scolastico 1924-25 il numero di asili era stato ridotto a 5.828. In effetti la riduzione era anche maggiore, in quanto per la prima volta le statistiche del 1924-25 comprendevano 413 asili dei territori già appartenenti all'Impero austro-ungarico annessi all'Italia in seguito alla guerra mondiale. 7 Persino a Milano, cosf orgogliosa per l'alt9 numero e il buon funzionamento dei propri asili, questi scesero da 69 nel 1919 a 56 nel 1925. 8 Nelle statistiche ufficiali relative all'anno scolastico 1926-27, troviamo che il numero degli asili sali rapidamente a 17.076 con una frequenza di 607.891 bambini. 9 Ma secondo la Enc1:clopedialtal1:ana (voi. XIV, p. 879), nel 1930 c'erano non piu di 9.546 asili; e per l'anno scolastico 1931-32 i dati ufficiali danno 9.321 asili con una frequenza di 750.553 bambini. 10 Questi dati parrebbero mostrare che gli asili diminuirono nei primi due anni della nuova era, poi aumentarono rapidamente dal 1926 al 1930, e infine diminuirono ancora nel 1931. In quell'anno, secondo il commissario governativo che era a capo della organizzazione nazionale, questa sussi- 5 "Lavoro Fascista," 14 luglio 1934. 6 G. LOMBARDO-RADICE, Scuole, maestri e libri, Palermo, Sandron, 1926, p. 94; GARZANTI- RAVASI, op. cit., vol. II, p. 13. 7 "Annuario Statistico Italiano," 1927, p. 69. 8 COMUNE DI MILANO, Annuario storico-statistico 1924-25, pp. 503-05. 9 "Annuario Statistico Italiano," 1933, p. 74. to Ibidem. Bibloteca Gino Bianco 291

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